Bce, allarme disoccupazione: "Livelli senza precedenti"
Economia Lombardia

Bce, allarme disoccupazione: "Livelli senza precedenti"

giovedì 11 aprile, 2013

MILANO, 11 APRILE 2013 – Allarme della Bce riguardo al livello della disoccupazione nell’Eurozona. «Nel quarto trimestre del 2012 l'occupazione è diminuita ancora, mentre il tasso di disoccupazione ha continuato a crescere, raggiungendo livelli senza precedenti», si legge nel bollettino di aprile della Banca centrale che aggiunge: «La crisi economica e finanziaria continua a gravare sul mercato del lavoro nell'area dell'euro. Secondo varie stime, sia il tasso di disoccupazione strutturale sia l'unemployment gap sono aumentati sensibilmente negli ultimi anni. I dati delle indagini segnalano un ulteriore calo dei posti di lavoro nel primo trimestre del 2013».

Nello specifico, le rilevazioni effettuate dagl’analisti della Bce hanno registrato che il tasso di disoccupazione aggregato per l'area dell'euro è aumentato da una media annuale del 7,6% nel 2007 all'11,4% nel 2012, puntualizzando che circa la metà di questi 3,8 punti percentuali di aumento è da un incremento della disoccupazione strutturale che «varia considerevolmente da un paese all'altro. In alcuni paesi, sia il tasso di disoccupazione effettivo sia quello stimato per la disoccupazione strutturale sono cambiati poco (Belgio, Austria e Paesi Bassi) o sono diminuiti (Germania). In altri paesi, in particolare quelli più colpiti dalla crisi (ovvero Irlanda, Grecia, Spagna, Cipro e Portogallo), l'incremento sia della disoccupazione effettiva sia della disoccupazione strutturale stimata è stato particolarmente consistente. Si prevede che il tasso di disoccupazione strutturale rimanga a livelli elevati o addirittura aumenti ulteriormente nel breve termine. Per il 2014, le stime della Commissione europea, dell'Fmi e dell'Ocse, oscillano tra il 9 e l'11%, con livelli particolarmente elevati per paesi come Spagna, Grecia, Portogallo e Irlanda». Così,per l’Istituto di Francoforte è fondamentale intensificare l'attuazione delle riforme strutturali. [MORE]

Inoltre, l’istituto di Francoforte lancia un appello ai governi dell'area dell'euro affinché «intensifichino l'attuazione delle riforme strutturali a livello nazionale e rafforzino la governance dell'area dell'euro, ivi compresa la realizzazione dell'unione bancaria». In particolare, per la Bce: «I paesi dell'area dell'euro dovrebbero moltiplicare gli sforzi per ridurre i disavanzi pubblici e proseguire le riforme strutturali; in tal modo la sostenibilità dei conti e la crescita economica si rafforzeranno reciprocamente. Le strategie di bilancio devono essere integrate da riforme strutturali favorevoli alla crescita che siano ambiziose e di ampio respiro e interessino i mercati dei beni e servizi, compresi i servizi su rete, i mercati del lavoro e la modernizzazione della pubblica amministrazione». Le indicazioni che da Francoforte arrivano al fine di promuovere l'occupazione consiste nel rendere più flessibile il processo di formazione dei salari e meglio allineato alla produttività: «Tali riforme aiuteranno i paesi negli sforzi tesi a recuperare competitività, porre le basi per una crescita sostenibile e favorire il ripristino della fiducia sul piano macroeconomico».

La Bce riconosce che la debolezza economica «si è protratta fino alla parte iniziale del 2013, ma per la seconda metà dell’anno si prevede una graduale ripresa, che è soggetta a rischi al ribasso. In tale contesto generale l’orientamento di politica monetaria resterà accomodante fintantoché necessario. La crescita delle esportazioni dell’area dell’euro dovrebbe beneficiare del recupero della domanda mondiale, mentre l’orientamento di politica monetaria dovrebbe contribuire a sostenere la domanda interna. In aggiunta, il miglioramento osservato nei mercati finanziari dopo l’estate scorsa dovrebbe trasmettersi all’economia reale, nonostante le recenti incertezze». Conclude l’istituto di Francoforte: «Gli aggiustamenti di bilancio necessari nei settori pubblico e privato e le condizioni di credito restrittive connesse seguiteranno a gravare sull’attività economica. Tali prospettive economiche per l’area dell’euro restano soggette a rischi al ribasso, che includono la possibilità di una domanda interna ancor più debole delle attese, nonché una lenta o insufficiente attuazione delle riforme strutturali nell’area».

(fonte: La Repubblica, Adnkronos)

Rosy Merola
 


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