Bausone “Caro Ciconte, ecco perchè Costa va sfiduciato da capogruppo”
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CATANZARO, 29 DICEMBRE - Se non c’è un Partito, che mangino brioches. Parafrasando la battuta attribuita storicamente alla Regina Maria Antonietta di Francia, si può comprendere la situazione di fame di ideali di sinistra che c’è in una fetta della società, ma ben poco rappresentanti, ecco un esempio:
Non importa chi o dove governi. Che si tratti di Enzo Bruno in Provincia, Tonino Scalzo e Agazio Loiero in Regione o Sergio Abramo in Comune e in Provincia. Una certezza e una costante sarà quella di avere con sé l’appoggio di Lorenzo Costa, ad oggi capogruppo del PD in Comune.
Lorenzo “Costa Crociere”, così lo ribattezzò un Giovane Democratico quando il capogruppo ufficializzò la sua candidatura alle provinciali (con scarso esito) in una lista diversa da quella del Partito di cui lui è massima rappresentanza istituzionale nella città.
In effetti, il navigare a vista del navigato capogruppo nella speranza di attraccare in porti politici più fertili è sotto gli occhi (spesso sconcertati) dei cocci del Partito cittadino già da un po’ di tempo.
Il momento “clou” non è stato la difesa d’ufficio del Comune sul tema Agenzia delle Dogane su cui tante polemiche si stanno innescando in questi giorni, bensì una dichiarazione, passata sotto traccia nel consiglio comunale dello scorso 26 novembre.
Per ricordarci, lo scenario nell’assise era apocalittico, con consiglieri di maggioranza finti ribelli ed altri famelici di un posto tra le caselle degli incarichi in Provincia, dove a scamparla fu la “minoranza da grattino” con Tommaso Brutto che con una acrobatica piroetta postelettorale già da tempo faceva le fusa al Governo cittadino, riuscendo a far collocare il figlio nello staff del Presidente della Provincia, causando ben più di un malumore.
Ecco, in quel contesto traballante, l’eterno capogruppo PD prende la parola in consiglio comunale annunciando al microfono, in uno dei suoi pochi interventi, e non rischio smentita: “Abramo è un amico, sarebbe un ottimo Presidente di Regione, io lo sosterrò”.
Insomma, per il Sindaco di centrodestra il capogruppo PD c’è e ci sarà sempre (se vince), mentre nel circolo PD nel quale è iscritto (uno dei pochi non virtuali), quello di Catanzaro centro, non si è mai fatto vedere, non ha mai reso conto ai rappresentati del suo lavoro di rappresentante o delle sue scelte politiche, magari anche condivisibili come quella della sua collocazione alle provinciali.
La politica del “prendi e voti e scappa” non offre quel sussulto di dignità a un Partito incenerito dalla malagestione di Cuda e Drosi, lo stesso Partito per il quale giusto tre anni fa Lorenzo Costa auspicava: “la necessità e l’urgenza, non più procrastinabile, che il PD cittadino si riorganizzi e si strutturi attraverso una presenza sempre più forte nei quartieri e sul territorio della Città di Catanzaro. Sarà necessario … dare un più forte impulso alla definizione delle procedure che portino alla convocazione del congresso cittadino, alla elezione del segretario cittadino e del nuovo gruppo dirigente” .
Ecco perché mi appello a Enzo Ciconte, nel cui progetto di governo cittadino ho creduto e perno di una coalizione che si è presentata alle urne un anno e mezzo fa. Per la serietà di quel progetto e del ruolo di consigliere-candidato Sindaco, sfiduci il Capogruppo di se stesso Lorenzo Costa, di fatto divenuto organico ad una maggioranza alternativa a quella proposta, anche insieme a lui, agli elettori.