Cronaca

Battisti, confermato l'arresto dal giudice. Intanto l'ex terrorista: "Non temo l'estradizione"

CORUMBÀ (BRASILE), 6 OTTOBRE - Cesare Battisti rimane in carcere in Brasile. Lo ha stabilito il giudice federale Odilon de Oliveira, al termine dell’udienza svoltasi in videoconferenza nel commissariato di Corumbà, località brasiliana di confine dove l’ex membro dei Proletari armati per il comunismo (Pac) è stato fermato, ormai due giorni fa, mentre cercava di passare il confine con la Bolivia. Il magistrato ha ritenuto che ci fossero i presupposti per la custodia cautelare in carcere dell’ex terrorista, condannato all’ergastolo in Italia per quattro omicidi: stava “di fatto” tentando di raggiungere la Bolivia, segno evidente del concreto “pericolo di fuga” di Battisti. [MORE]

Dal canto suo, Battisti si è detto tranquillo e alla polizia ha dichiarato di "non temere di essere estradato in Italia", perché si sente "protetto" da un decreto dell'ex presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva, che gli ha concesso un "visto permanente" nel Paese sudamericano. Secondo il sito del quotidiano Estadao, Battisti ha aggiunto di essere “protetto giuridicamente” contro una possibile estradizione, in quanto il giudice supremo Cesar Peluso aveva già stabilito che i reati per i quali è accusato sono andati prescritti nel 2013.

In Italia, però, si moltiplicano le voci che ne chiedono l’estradizione nel più breve tempo possibile. “Oggi con l’ambasciatore Bernardini per riportare Battisti in Italia e assicurarlo alla giustizia. Continuiamo lavoro avviato con autorità brasiliane” - ha scritto il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, in un tweet postato dalla Farnesina sul suo sito. Lo stesso Alfano che nei mesi scorsi avrebbe dato mandato all’ambasciatore italiano in Brasile di richiedere formalmente alle autorità brasiliane di riavviare le procedure per estradare Battisti in Italia: lo riferiscono fonti interne alla Farnesina.

L’estradizione dell'ex terrorista è, secondo il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, a questo punto possibile e l'Italia è "fortemente determinata a far sì che Battisti sconti la sua pena nel nostro Paese". L’Italia, ha sottolineato il ministro, “la chiede da tempo e la richiesta rimane ferma, ci sono tutti i presupposti sulla base del diritto internazionale perché questa sia realizzata”. “Abbiamo fatto tutti i passi presso tutte le autorità giurisdizionali brasiliane e tutte le autorità politiche, alla luce di questo nuovo fatto ne faremo altri” - ha detto ancora Orlando - che ha ribadito come scontare la pena in patria restituirebbe “in parte ciò che è stato tolto alla nostra comunità e ciò che è stato inflitto alle vittime del terrorismo”.

Coro unanime della politica italiana. “Sono anni che le famiglie delle vittime chiedono giustizia, così come a chiedere giustizia è l’Italia intera, profondamente ferita dagli anni dello stragismo - ha dichiarato in una nota il vicepresidente della Camera e candidato premier del M5S, Luigi Di Maio - Ora non si perda altro tempo, il governo si adoperi con ogni mezzo affinché Battisti - tutt’ora latitante - sconti la sua pena nel nostro Paese”.

Intanto emergono dettagli sull’arresto di Battisti, che avrebbe cercato di fuggire dal Brasile a bordo di un taxi boliviano. Secondo la polizia, l’ex terrorista aveva con sé cinquemila dollari e duemila euro in contanti. Ed è stata proprio la quantità di denaro a determinare l'arresto: in base alla legge brasiliana, per poter portare fuori dai confini valori superiori ai diecimila reais (circa tremila euro) bisogna dichiararli alle autorità. Avendo con sé un valore complessivo superiore a quello consentito, e dopo aver cercato di passare il confine su un'auto privata, insieme ad altri due passeggeri, Battisti è stato fermato per "fornire chiarimenti". Le accuse per lui sono evasione fiscale e riciclaggio.

Agli inquirenti l'ex terrorista ha detto che si trovava a Corumbà perché voleva andare in Bolivia per "pescare e fare shopping". E che per questo aveva molto denaro in contanti. Quanto alle persone che erano in macchina con lui, tali Venderlei Lima Silva e Paulo Neto Ferreira de Almeida, li ha definiti amici di vecchia data. Secondo Estadao, che cita fonti della polizia non meglio precisate, l’ex membro dei Pac aveva con sé anche “un contenitore di plastica arancione con residui di polvere biancastra”: potrebbe trattarsi di cocaina.

Claudio Canzone

Fonte foto: bergamopost.it