Cronaca

Barletta, sgominata banda italo-albanese di usurai

BARI - Asse di ferro Barletta-Durazzo per un imponente giro di usura. Disposte 7 ordinanze di misure cautelari (4 in carcere e 3 agli arresti domiciliari) a seguito della denuncia di un libero professionista di Trani, oppresso dai debiti contratti a tassi che variavano dal 30% fino al 450%.[MORE]

Ieri, all’alba, una vasta operazione della Guardia di Finanza di Barletta ha consentito di sgominare una banda criminale italo-albanese dedita ad usura, estorsione e riciclaggio che aveva fruttato un volume di affari pari a circa 4 milioni di euro.

Un andriese residente a Trani, il sessantenne Michele Mangino, il capoclan; nel gruppo anche altri due tranesi: Domenico Del Negro e Carmine Canaletti.
Semplice, antico e collaudatissimo l’ “iter” dello strozzinaggio: approfittando della crisi economica è stato facile, per il gruppo di criminali, crearsi un cospicuo portafoglio di clienti (commercianti, imprenditori, artigiani) a cui prestare denaro a tassi elevatissimi.
Fino a quando le vittime, impossibilitate a pagare, erano costrette a cedere completamente la propria attività, ovviamente a prezzi irrisori: numerosi quindi i beni immobili, tra appartamenti ed esercizi commerciali, sequestrati a Barletta e Bisceglie.
Quaranta in tutto le perquisizioni, su disposizione della Procura di Trani, in diverse città del nord barese, tra abitazioni, società, imprese individuali nonché banche ed istituti di credito, quest'ultime destinatarie di sequestri di conti correnti, libretti di deposito e titoli, tutti riferibili agli indagati ed ai propri diretti familiari fittiziamente interposti.
E’ stato proprio uno degli esercizi commerciali sottoposti a sequestro, il bar “Amarcord” di Barletta, a dare il nome all’intera operazione.
Di certo, non v’è nulla di nostalgico in tutta questa storia, specie nella mente (e nelle tasche) del povero malcapitato professionista tranese grazie alla cui denuncia è stato possibile sgominare la banda criminale.

[Foto di Luca Turi]