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BARI, 4 AGOSTO - Tre giorni fa, a Bari, la denuncia da parte di una ragazza quindicenne di uno stupro di gruppo, oggi ulteriori sviluppi nell’indagine: due uomini, rispettivamente di 69 e 45 anni, sono stati arrestati con l’accusa di violenza sessuale aggravata. Si tratta di due vicini di casa della vittima, che avrebbero perpetrato le violenze per quasi un anno e mezzo, approfittando delle condizioni di disagio in cui viveva la minorenne. [MORE]
La Procura barese parla di “brutalità non comune” e di “assenza totale di pietà”. L’uomo di 69 anni è originario di Bari, mentre il quarantacinquenne del triggianese: entrambi sono stati messi agli arresti domiciliari. Avrebbero inoltre costretto la ragazza a subire, anche contemporaneamente, atti sessuali in garage e in campagna e a vedere in loro compagnia film pornografici.
La misura cautelare è stata emessa dal gip del Tribunale di Bari, Sergio di Paola, su richiesta del pm Simona Filoni. Il sessantanovenne è il titolare di un negozio di alimentari dove la ragazza ha lavorato per qualche tempo facendo le consegne a domicilio. L’avrebbero adescata così, all’interno del locale, in un crescendo di abusi che la Procura definisce "una serie di turpi e deprecabili violenze poste in essere dagli indagati in danno della vittima, in maniera così sistematica e violenta da avere compromesso la sua integrità di minore, con gravi ripercussioni sia dal punto di vista fisico che psicologico”.
Ma non è tutto: i due avrebbero anche minacciato di morte la minorenne per farla tacere. A questo punto sarebbe arrivata la confessione della ragazza ai genitori e quindi la denuncia, seguita dai racconti della minorenne agli inquirenti: lunghi mesi di violenze ripetute, "alternando momenti di totale disperazione e pianto”, secondo quanto riferisce la Procura. "È emersa tutta la sua sofferenza - si legge in una nota - unitamente al sentimento di colpa per quanto accaduto e per la sua incapacità di sottrarsi alle malsane voglie dei due indagati, probabilmente divenuti correi per mera coincidenza, ma accomunati dalla loro perversione, dai quali era quasi soggiogata".
Le parole della vittima hanno trovato riscontri nelle indagini degli investigatori: "Soltanto la consapevolezza che la minore avrebbe taciuto - spiegano gli inquirenti - ha indotto i due indagati ad abusarne ripetutamente, conducendola in ogni luogo per consumare le loro bestialità, facendo attenzione a che nessuno si avvicinasse o li udisse, facendo proprio leva sul rapporto di fiducia insorto, dovendo necessariamente fare affidamento l’uno sul silenzio dell’altro". Ma le violenze erano divenute tali che alla sofferenza psicologica si aggiungeva quella fisica. "Le condotte abusanti - afferma la Procura - sono risultate caratterizzate da una callidità e da una brutalità non comuni nonché dall’assenza totale di pietà”.
Claudio Canzone
Fonte foto: ilfattoquotidiano.it