Economia

Bankitalia: sempre più povere le famiglie italiane

MILANO, 27 GENNAIO 2014 – Sempre più allarmanti i dati relativa allo stato di salute economico delle famiglie italiane più povere. Infatti, stando al Rapporto sui bilanci delle famiglie diffuso oggi dalla Banca d'Italia, risulta che: «Tra il 2010 e il 2012, il reddito familiare ha subito in media un calo di circa il 7,3% mentre la ricchezza media del 6,9%».

Nello specifico, come si legge nel citato documento, «il deterioramento delle condizioni economiche, in termini di reddito equivalente, è stato più accentuato per i lavoratori indipendenti rispetto a quelli dei dipendenti e delle persone in condizione non professionale». Risulta inoltre che, «il reddito equivalente si è ridotto per tutte le classi di età, tranne per coloro con più di 64 anni, per i quali è rimasto invariato. Per le classi di età più giovani, invece, il reddito equivalente diminuisce significativamente rispetto alla media generale. Si conferma anche in questa rilevazione, il trend relativamente più favorevole alle classi anziane».[MORE]

Stando ai dati di Via Nazionale: «La metà delle famiglie italiane ha un reddito sotto i 2mila euro al mese. Nel 2012 il 20% dei nuclei familiari ha un reddito netto annuale inferiore a 14.457 euro (circa 1.200 euro al mese), mentre la metà ha un reddito superiore ai 24.590 euro (circa 2mila euro al mese). Il 10% delle famiglie a più alto reddito percepisce più di 55.211 euro». In particolare, come sottolinea la Banca d'Italia: «Nel 2012, il reddito familiare annuo, al netto delle imposte sul reddito e dei contributi sociali, è stato in media pari a 30.338 euro, circa 2.500 euro al mese. Il reddito familiare è più elevato della media per le famiglie con capofamiglia laureato, lavoratore indipendente o dirigente, di età compresa tra i 45 e i 64 anni, e inferiore per le famiglie residenti al Sud e Isole e per quelle con capofamiglia nato all'estero».

PENSIONATI – Per gli economisti di via Nazionale: «Tra il 1991 e il 2012,i pensionati hanno migliorato significativamente la loro posizione relativa, passando dal 95% al 114% della media generale. Anche la posizione relativa dei lavoratori indipendenti ha avuto un miglioramento nel periodo, nonostante la flessione nell'ultimo biennio; la posizione dei lavoratori dipendenti è invece complessivamente peggiorata».

AREE GEOGRAFICHE - «Tra il 2010 e il 2012 - si legge nel rapporto - la diminuzione del reddito equivalente è stata più rilevante al Centro e meno al Sud e Isole. I redditi equivalenti nel Centro-nord sono circa il 50% più elevati di quelli nel Sud e Isole».

REDDITO PER TIPOLOGIA DI LAVORO - «Il reddito da lavoro dipendente ricevuto in media da ciascun lavoratore è risultato pari a 16.248 euro, in diminuzione dal 2010 (di circa il 2%). Il reddito da lavoro indipendente, che ammonta a 18.206 euro, ha avuto una diminuzione più marcata (-9,9% rispetto al 2010), risentendo maggiormente della crisi economica. Il reddito da trasferimenti è stato di 11.022 euro, in aumento del 3,3%, mentre quello da capitale di 7.191 euro (-8,2% rispetto al 2010)».

AUMENTA LA DISUGUAGLIANZA SOCIALE – Un altro dato preoccupante che emerge dal suddetto studio è «l'aumento nella disuguaglianza della ricchezza, che è in parte attribuibile al calo del valore delle abitazioni, che è stato maggiore per le famiglie meno agiate». Infatti, come sottolinea il documento elaborato dalla Banca d’Italia: «Il 10% delle famiglie più ricche possiede quasi la metà della ricchezza totale dei nuclei familiari italiani. Secondo il rapporto della Banca d'Italia«il 10% delle famiglie più ricche possiede il 46,6% dell'intera ricchezza netta delle famiglie italiane (era il 45,7% nel 2010)».

Rosy Merola