Economia
Bankitalia, Italia ancora in recessione: Pil in calo dell'1% nel 2013
MILANO, 18 GENNAIO 2013 – In linea con quanto affermato dalla Bce riguardo alla debolezza dell’economia dell’Eurozona, nel bollettino economico, Bankitalia ha rivisto al ribasso (da -0,2 a -1,0 per cento) le stime del Pil italiano per il 2013. “L'economia italiana è ancora in recessione”, ha dichiarato il governatore di Bankitatalia Vincenzo Visco, che aggiunge, "La recessione potrebbe avere fine nella seconda parte del 2013. Al di là della congiuntura sfavorevole, il nostro Paese deve saper trovare le motivazioni e gli incentivi per affrontare con decisione il problema della crescita. L'uscita dalla crisi nell'area dell'euro non potrà derivare da azioni isolate di singole autorità di politica economica”.
Come evidenzia il bollettino, dopo una contrazione in media dell' 1% quest'anno, il Pil tornerebbe a espandersi dello 0,7% nel 2014, "Nella seconda metà del 2012 la dinamica dell'economia globale è rimasta debole e le stime di crescita del commercio internazionale per il 2013 sono state riviste al ribasso. Tuttavia, l'espansione del prodotto mondiale dovrebbe rafforzarsi nel 2014”. Nonostante ciò, avvertono gli analisti, il tasso di disoccupazione dovrebbe sfiorare il 12 per cento nel 2014. Allo stesso tempo, è stata registrata una nuova flessione della spesa delle famiglie: nella media dei primi tre trimestri del 2012 il reddito disponibile reale delle famiglie è diminuito del 4,3% rispetto a l’anno precedente. Nello stesso periodo anche la propensione al risparmio ha subito una diminuzione all'8,6%. [MORE]
Notizie confortanti provengono, invece, in merito al miglioramento dei saldi di finanza pubblica. Infatti, nel 2012 il rapporto tra deficit e pil si è attestato attorno al 3%, contro il 3,9% del 2011. Inoltre, il debito pubblico, che a novembre 2012 aveva raggiunto quota 2.020 miliardi di euro, sarebbe sceso alla fine dell'anno sotto 1.990 miliardi, grazie al forte decumulo della liquidità del Tesoro, che al termine del 2012 era pari a circa 34 miliardi (10 in più rispetto a un anno prima), e al rilevante avanzo osservati in dicembre.
Comunque sia, Bankitalia avverte che, “I maggiori fattori di rischio al ribasso sono legati all'andamento della domanda interna e alle condizioni del credito: il ritorno a tassi positivi di accumulazione potrebbe essere ritardato da un'evoluzione meno favorevole delle aspettative delle imprese; gli effetti sull'attività delle banche del deterioramento dei bilanci bancari e dell'accresciuta rischiosità della clientela potrebbero essere più persistenti. Evoluzione più positiva potrebbe, invece, derivare da un ulteriore rafforzamento delle prospettive per l'area dell'euro”.
Infine, da Via Nazionale sottolineano che le condizioni del credito in Italia restano ancora tese,”Il peggioramento è riconducibile ai più elevati rischi percepiti riguardo alle prospettive dell'attività economica in generale e di particolari settori o imprese. Si è, invece, ulteriormente attenuato il contributo restrittivo dei fattori legati alle condizioni di bilancio e alla capacità di raccolta delle banche. L'irrigidimento dei criteri di offerta di credito si è riflesso prevalentemente in condizioni di prezzo meno favorevoli per i prestiti”.
(Fonte: Bollettino economico della Banca d'Italia)
Rosy Merola