Pubblica Istruzione

Azzolina, se si allentano misure scuola va aperta. Presidi, non aprire prima Natale

Azzolina, se si allentano misure scuola va aperta. Presidi, non aprire prima Natale. Protesta genitori in Piemonte.
ROMA, 29 NOV - La curva epidemica sta calando in tutta Italia e l'allentamento, seppure lieve, delle misure di contenimento riporta a galla il tema, in realtà mai sopito, del rientro in presenza a scuola. "Al momento non è stata presa alcuna decisione, c'è una discussione in corso.

Con molta gradualità vorrei che fossero riaperte anche le scuole superiori. Se si allentano le misure, anche la scuola ne deve far parte, non può esserne esclusa", dice con decisione stasera la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina. In realtà sembra tramontare nel governo l'ipotesi di un ritorno sui banchi ai primi di dicembre, caldeggiato dalla ministra: accogliendo le istanze dei presidenti di Regione, l'esecutivo sarebbe più propenso a riaprire le aule dal 7 gennaio, a festività concluse.

Ma la ministra Azzolina sottolinea che si parla di riapertura "con gradualità" e che sulla riapertura a dicembre o gennaio "i trasporti non incidono". "Tra l'altro - fa notare - il problema trasporti non riguarda le scuole elementari nè le medie. Riguarda è vero le scuole superiori, ma non in tutta Italia in modo uniforme": il lavoro va fatto "nelle grandi città, qui si deve intervenire ulteriormente".

A darle man forte è la ministra alle Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti: "Mi aspetto un piano di organizzazione dei trasporti locali e dei servizi sanitari dedicati per la scuola che permetta di arrivare già dai primi giorni di dicembre ad una forma di didattica quanto meno integrata per le scuole che adesso sono in dad al 100%". Insomma, la ministra ribadisce, ancora una volta, che il problema non è la scuola ma quello che le ruota intorno, ovvero i trasporti troppo affollati e servizi sanitari dedicati fin troppo carenti.

"La scuola è una priorità e il ritorno alla didattica in presenza un'urgenza educativa per i nostri ragazzi - aggiunge Bonetti -Non c'è tempo da perdere, ogni giorno di scuola in presenza è un giorno guadagnato per il futuro dei nostri ragazzi e vale tutto il nostro lavoro e il nostro impegno al governo". Realistico il presidente dell'Anp (Associazione nazionale presidi) Antonello Giannelli: "Mi sembra improbabile riuscire a tornare a una didattica in presenza prima di Natale.

Infatti, i problemi collegati alla presenza non affliggono tutti i territori allo stesso modo, come il trasporto pubblico. Ma se vogliamo prendere una decisione univoca sarà difficile, ripeto, prima di Natale". "Certo auspichiamo che appena possibile si torni alla scuola in presenza ma solo se verranno soddisfatte le condizioni di cui parliamo da molto - aggiunge Giannelli - la riorganizzazione del traporto pubblico e quella dei servizi sanitari territoriali nonché la reperibilità dei supplenti, perché nelle scuole circa un quarto dell'organico non è composto da docenti di ruolo.

C'è una difficolta quest'anno a reperire i supplenti anche perché le persone sono meno disposte a spostarsi in presenza della pandemia. Questo significa che in molte scuole non si riesce a garantire l'orario pieno. E poi c'è un altro problema, bisogna essere in grado di garantire le supplenze dei docenti nel momento in cui vengono posti in quarantena". Intanto in Piemonte, ora zona arancione, i genitori degli studenti torinesi costretti ancora a seguire le lezioni a distanza si preparano alla protesta contro la decisione della Regione di proseguire con la dad anche per gli studenti di seconda e terza media nonostante l'allentamento delle misure.

"Riaprono i negozi al dettaglio e i ragazzini non tornano in classe? Chiediamo che la Regione Piemonte rimuova immediatamente questa restrizione", è l'appello lanciato dai genitori degli studenti, che minacciano di bombardare di mail il governatore Cirio. Su change.org una petizione a favore delle lezioni in presenza sta raccogliendo migliaia di adesioni.

Anche la dirigente scolastica dell'Istituto comprensivo 'Tommaseo' Lorenza Patriarca, che è anche consigliera comunale del Pd, ha scritto al presidente della Regione. "Le chiedo di spiegare ai miei 312 studenti di seconda e terza media in Dad perché mai dovrebbero continuare ad osservare le disposizioni di legge e seguire le lezioni a distanza, invece di scendere tutti in strada seguendo l'esempio di Anita e Lisa che protestano per chiedere di dare priorità alla scuola.

Come educatore le chiedo di chiarire le ragioni della sua scelta", scrive. Intanto per effetto del declassamento cromatico di alcune regioni, rimangono da domani con la didattica a distanza 3.320.958 alunni, mentre rientrano in classe 719 mila.