Cronaca
Australia contro lo sterminio delle balene
SYDNEY, 12 APRILE 2013 - Finalmente la causa intentata davanti alla Corte Internazionale di Giustizia dell'Aia da parte dell’Australia con l’appoggio della Nuova Zelanda contro il Giappone trova giustizia, almeno si spera che sia così. Tutto avrà inizio il 26 giugno, e per tre settimane, accusa e difesa si destreggeranno al meglio o perlomeno spiegheranno ciascun la propria versione di fatti.
L’oggetto in questione è il massacro delle balene, infatti nel maggio 2010, circa tre anni fa, l’Australia incolpava “il continuo perseguimento da parte del Giappone di un programma su larga scala di caccia alle balene in violazione delle convenzioni internazionali e dell'obbligo a preservare i mammiferi e l'ambiente marino”.[MORE]
Dal suo canto, lo Stato nipponico aggrappandosi al Trattato Baleniero Internazionale, ha sempre sostenuto che la caccia è fine alla ricerca scientifica, ma fonti certe affermano e testimoniano che, la stessa carne dei cetacei è fine ultimo in ristoranti e supermercati del Sol Levante.
Mark Dreyfus, ministro australiano della Giustizia, entusiasta del processo e della possibilità di porre fine a questa strage ha dichiarato: «L'Australia avrà finalmente l'occasione di stabilire davanti alla giustizia, una volta per tutte, che la caccia giapponese alle balene non è a fini scientifici ed è contraria al diritto internazionale. Vogliamo che questo massacro abbia fine.
Mentre Ilaria Ferri, direttore scientifico dell'Enpa, spiega: «Per il bene dell'intero Pianeta mi auguro che i giudici dell'Aja facciano proprie le indicazioni di Canberra e Wellington, fermando una volta per tutte la pantomima della "caccia scientifica" che massacra animali migratori che non possono e non devono essere considerati proprietà di nessuno Stato. La comunità dei ricercatori, cetologi internazionali, ha avuto modo di puntualizzare proprio in seno alla Commissione internazionale Baleniera che la caccia a scopi scientifici e un ossimoro inaccettabile per tutta la comunità scientifica».
Prosegue e conclude affermando: «Soltanto l'anno scorso, le baleniere nipponiche hanno catturato e ucciso 103 balenottere minori dell'Antartico; si tratta evidentemente di un numero spropositato di esemplari, di un colpo mortale inflitto alla biodiversità. Seppure tale numero sia quello più basso mai toccato dal Giappone fin da quando nel 1987 prese il via la "caccia scientifica", ciò rappresenta comunque una magrissima consolazione. Se realmente si vuole proteggere il mare, i suoi abitanti, la biodiversità tutta, è imperativo che nessun animale venga più ucciso».
(fonte: kgreen94.wordpress.com/ www.focus.it)
Rosalba Capasso