Cronaca

Attentato alla Procura di Reggio: il boss parla, 4 arresti

- Reggio Calabria, 15 apr. - Uno dei destinatari del provvedimento restrittivo del gip del tribunale di Catanzaro sugli attentati ai giudici di Reggio Calabria e' Antonino Lo Giudice, 53 anni, boss dell'omonima cosca pentitosi lo scorso anno. Gli altri due arrestati, peraltro gia' in carcere come il primo, sono Luciano Lo Giudice (37), fratello del collaboratore di giustizia, e Antonio Cortese, quarantotto anni. La quarta ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip su richiesta della DDA di Catanzaro, e' un giovane di ventotto anni, che non sarebbe affiliato alla cosca. Si tratta dell'impiegato di un'azienda privata citta' dello Stretto che, nella vicenda, avrebbe aiutato Cortese.[MORE] Il boss Lo Giudice, che al momento dell'avvio della collaborazione aveva confessato di essere il mandante degli attentati, aveva accusato anche il fratello Luciano e indicato Cortese come l'esecutore materiale dell'attentato contro la sede della Procura generale di Reggio Calabria del 2 gennaio del 2010. Gli altri attentati, addebitati alla cosca Lo Giudice, sono la bomba fatta esplodere nell'androne dell'abitazione del Procuratore generale Salvatore Di Landro il 26 agosto del 2010 e il ritrovamento del bazooka nei pressi del Cedir ( Centro direzionale) dove sono ubicati gli uffici della Procura della Repubblica. Il ritrovamento dell'arma anticarro ( 5 ottobre dello scorso anno), che tuttavia non era efficiente perche' usata in precedenza, era stato preceduto da una telefonata di minacce nei confronti del Procuratore Giuseppe Pignatone. L'attivita' della DDA di Catanzaro, guidata dal Procuratore Vincenzo Lombardo, ha confermato quanto in precedenza il boss Antonino Lo Giudice aveva rivelato ai magistrati della distrettuale di Reggio Calabria.