Politica
Assessore Bugli: "Più flessibilità a Comuni che si uniscono o fondono"
FIRENZE, 23 OTTOBRE 2013 - Come riportato dal sito regionale della Toscana, la Regione e l'Anci Toscana chiedono al governo di ripensare alcune norme del ddl Delrio su unioni e fusioni di comuni. "Nel documento che abbiamo condiviso stamani – dice l'assessore regionale alla presidenza e al rapporto con gli enti locali, Vittorio Bugli – chiediamo in particolare che ai Comuni che si uniscono vengano concessi e garantiti quegli strumenti e quella flessibilità necessaria ad una riorganizzazione del personale e della macchina amministrativa". Meno lacci, per offrire servizi migliori: a partire dal patto di stabilità, ma non solo. Per questo Regione ed Anci invieranno a Roma un pacchetto di emendamenti da inserire nella legge di stabilità.
L'assessore lo sottolinea durante il suo intervento di saluto alla conferenza nazionale dei piccoli Comuni, in programma da stamani alla Fortezza da Basso di Firenze, in concomitanza con la rassegna della pubblica amministrazione "Dire&Fare".
"Le unioni di Comuni e la scelta di fondersi sono un fatto politico – spiega – ma devono diventare anche un'occasione di riorganizzazione amministrativa. L'obiettivo deve essere offrire servizi migliori". Lo stesso fine che la Regione ha perseguito e persegue nella sua azione. E l'assessore lo ricorda.
"Il sostegno che in Toscana garantiamo a tutte le forme di aggregazione tra Comuni – sottolinea - non vuol dire che non comprendiamo le difficoltà dei piccoli Comuni, che continuiamo a supportare con decisione".
"Lo facciamo con incentivi economici: a partire dai 2,2 milioni previsti dalla legge regionale 68 – chiarisce -. Ci sono poi le politiche per la montagna e le azioni messe in campo quando la competenza non sarebbe stata neppure della Regione".
Un esempio? L'assessore ne fa due: gli uffici postali che sono stati chiusi nelle frazioni più piccole e isolate, a cui la Regione ha cercato di rispondere creando con gli sportelli "Ecco fatto" almeno un presidio sul territorio, o le classi materne Pegaso che la Toscana paga quando lo Stato non riesce ad aprirle, per via del blocco reiterato da anni alle assunzioni di nuovi insegnanti.
Fonte Regione Toscana [MORE]