Cronaca

Assenteismo: furbetti cartellino incastrati da carabinieri

MESSINA, 5 APRILE - Si assentavano dal lavoro senza alcun timore di essere scoperti potendo contare sulla complicità di chi avrebbe dovuto controllarli. Ma gli anomali movimenti dei 23 dipendenti comunali di Ficarra (Messina), indagati per truffa, non sono sfuggiti ai carabinieri della Stazione del paese che, conoscendo le la realtà locale, durante i servizi nel centro abitato hanno cominciato ad annotare e monitorare gli spostamenti dei vari dipendenti comunali sospettati. [MORE]

Come quelli di C. G., dipendente dell'area amministrativa addetto alla predisposizione e gestione delle proposte e atti deliberativi della Giunta, del Consiglio comunale, del Sindaco e del responsabile d'area, che era solito uscire dalla Casa comunale, naturalmente senza registrare l'assenza, per andare dal tabaccaio, al bar, al mercato, dal meccanico o all'ufficio postale. Le complessive assenze per quasi 2.500 minuti documentate dai carabinieri sono costate all'interessato l'applicazione della misura cautelare interdittiva di 9 mesi.

Analoga sorte è toccata a G. S., addetta all'ufficio segreteria del Comune, con mansioni nell'ambito del settore
trasparenza e Anticorruzione. La donna, infatti, con la scusa di recarsi presso altri uffici esterni al Municipio e ovviamente senza timbrare il badge per registrare l'allontanamento, in soli due mesi ha fatto registrare ben 160 assenze.

La sospensione per 8 mesi è stata disposta per T.G.A., istruttore amministrativo addetto all'archivio ed ai Servizi
Esterni del Comune e a B. D., addetto all'Ufficio tecnico con varie mansioni. Entrambi, infatti, si sono allontanati
dall'ufficio per sbrigare cose personali e per lunghissime "pause caffè".

Misure interdittive da 2 a 11 mesi sono state notificate a C. F., C. N. e D. C., responsabili rispettivamente dell'Area Tecnica, dell'Area Economico-finanziaria e di quella Amministrativa. Pur essendo consapevoli della prassi illecita diffusa tra i loro dipendenti, hanno volutamente omesso i controlli.

Uno, in particolare, avrebbe candidamente ammesso di aver agito in quel modo per trent'anni, confermando di aver consentito che le condotte dei propri dipendenti fossero regolate in base alla "coscienza personale". Un altro dirigente, invece, dopo aver saputo delle indagini in corso, avrebbe introdotto soltanto nel 2017 il "registro delle uscite temporanee per servizio fuori dagli uffici comunali", poi drasticamente diminuite rispetto al passato, ammettendo, durante l'interrogatorio, che la prassi degli allontanamenti arbitrari era sempre stata ammessa in base al principio del "si era sempre fatto così".

La Procura di Patti, che ha coordinato l'inchiesta, ha mandato gli atti alla Corte dei Conti per la quantificazione del danno patrimoniale subito dal Comune.