Cronaca

Colosseo, Foro Romano e grandi siti chiusi per assemblea. Disagi tra i turisti. Ira di Franceschini

ROMA, 18 SETTEMBRE 2015 - Chiusi stamane per assemblea sindacale i siti archeologici più importanti della Capitale: Colosseo, Foro Romano e Palatino, Terme di Diocleziano e Ostia Antica. È quanto si apprende da fonti della Sovrintendenza archeologica. L'apertura dei siti è stata ritardata alle 11:30, quando dovrebbe finire l'assemblea sindacale del personale di custodia. 

Ira del ministro dei Beni culturali e Turismo Dario Franceschini: "La misura è colma", annunciando che d'accordo con il premier Matteo Renzi proporrà oggi in Consiglio dei Ministri di inserire musei e luoghi della cultura nei servizi pubblici essenziali. [MORE]

Disagi tra i turisti giunti questa mattina davanti ai cancelli serrati del Colosseo. Un cartello apposto davanti l'ingresso spiega che l'Anfiteatro Flavio resterà chiuso fino alle 11.30 per assemblea sindacale dei lavoratori. Ma la notizia non era nota ai turisti, che si sono comunque messi in coda. Ad avvertire la folla sono stati per lo più i centurioni.

“Ah, è chiuso? Ma non c'è nessun avviso se non dentro, praticamente”, si lamenta una signora, appresa la notizia. Un gruppo di turisti inglesi hanno comprato ieri il biglietto sul sito internet per saltare la fila: “Potevano scriverlo almeno lì, ci saremmo organizzati”, dicono. “Abbiamo giusto due giorni, Roma è grande, avremmo fatto altre scelte”, si lamenta una donna polacca.

Colte di sorpresa anche le guide turistiche. Una ragazza che accompagna una comitiva polacca cerca qualcuno cui chiedere lumi, poi si rassegna: “Faremo prima il foro, poi verremo qui al Colosseo. Certo, è una bella delusione per i turisti”. Qualche confusione anche tra le forze dell'ordine, che lamentano di “non essere stati avveriti”. Nel frattempo la coda si ingrossa, i turisti arrivano all'ingresso e tornano indietro: l'unico avviso si trova praticamente oltre il cancello.

Ad aumentare la confusione la traduzione in inglese dell'avviso, che parla di chiusura "from 8.30 am to 11.30 pm", cioè le 23 di stasera. E tra i turisti nasce un pò di confusione. "Quindi sarà chiuso tutto il giorno?", si domanda una signora. "Ok, torneremo più tardi", si rassegna una coppia di inglesi.

Le Rsu dei lavoratori avevano annunciato l’assemblea giovedì pomeriggio per parlare della "gravissima situazione dei dipendenti della Soprintendenza archeologica dovuta al mancato pagamento delle indennità di turnazione e delle prestazioni per le aperture straordinarie e la mancata apertura di una trattativa per il rinnovo del contratto". Già il 23 giugno i lavoratori si erano riuniti in assemblea e il Colosseo era rimasto chiuso, lasciando fuori migliaia di turisti.

"La chiusura ai visitatori dei principali siti archeologici della Capitale questa mattina, motivata da un'assemblea sindacale (peraltro regolarmente convocata), porta, ancora una volta, alla ribalta l'urgenza di ricomprendere la fruizione dei beni culturali tra i servizi pubblici essenziali", spiega Roberto Alesse, Presidente dell'Autorità di garanzia per gli scioperi in una nota: "Proprio ieri - afferma Alesse - è iniziata in Senato la discussione dei disegni di legge di modifica alla legge sul diritto di sciopero, sollecitata dallo stesso Governo, ed è mio auspicio che, in quella sede, si ragioni con rigore e serietà anche di questo tema. Lasciare la fruizione del nostro patrimonio culturale fuori dai servizi pubblici vuol dire continuare a dare una pessima immagine del Paese ai cittadini e ai milioni di turisti che quotidianamente scelgono di vistare le nostre Città", conclude Alesse nella nota.

Quest’estate una decisione simile a Pompei aveva determinato le proteste del ministro Franceshini che aveva parlato di un "danno incalcolabile". Ma anche il Colosseo aveva già chiuso a fine giugno per un simile motivo: una mobilitazione nata per "la carenza di personale e tagli ai salari" che aveva lasciato sotto il sole i turisti.

Tiziano Rugi