Cronaca
Assalto a distributori benzina con ruspe, arrestati. Leggi i dettagli
Assalto a distributori benzina con ruspe, arrestati. Questore Odorisio, gravi danni a categoria già colpita da Covid
TRIESTE, 12 MAG - Non bastassero i danni causati dal Covid, a carico di tanti distributori di carburante si sono aggiunti furti particolarmente violenti e rozzi, come quelli perpetrati da una banda di quattro cittadini rumeni che, utilizzando ruspe, sradicavano le colonnine dell'erogazione automatica per rubare le poche migliaia di euro contenute.
Danni tre, quattro forse anche più volte del provento del reato. Dopo complesse indagini, e alcuni mesi di tensione da gennaio ad aprile scorsi ogni notte tra Fvg, Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, la Squadra mobile di Pordenone è riuscita a individuare i quattro e ad arrestarne due tra Italia e Romania; un terzo è morto e l'ultimo è ricercato.
L'operazione, di polizia transnazionale, condotta dalla Mobile, coordinata da Servizio Centrale Operativo (S.C.O.) e Servizio Cooperazione Internazionale di Polizia (S.C.I.P.), si è conclusa con un arresto a Trieste e uno in Romania. In marzo è invece morto, tentando la fuga, un altro componente della banda il quale, di notte, in provincia di Gorizia, dove, dopo aver rubato un'auto, è stato intercettato dalle forze dell'ordine e, per fuggire si è tuffato nel fiume Isonzo, annegando. Il corpo è stato trovato un mese dopo a Peteano (Gorizia). Ad emettere l'ordinanza è stato il Gip del Tribunale di Pordenone su richiesta della Procura.
La banda ha più volte assaltato nelle ore serali e notturne impianti di distribuzione carburanti utilizzando grosse ruspe che sradicavano le colonnine di erogazione self-service. I banditi giungevano in Italia nei fine settimana, individuavano gli obiettivi e rubavano auto tipo "pick-up" e ruspe da cantieri o da depositi di noleggio. I quattro, quando sono stati sorpresi da testimoni, anche involontari perché passanti, li hanno sempre aggrediti con estintori. Analogamente, quando erano in fuga e le forze dell'ordine li inseguivano.
Il Questore di Pordenone, Marco Odorisio, si è soffermato con l'ANSA sulla situazione delle vittime della banda, "esercenti che in un periodo di pandemia hanno dovuto affrontare ulteriori sacrifici: oltre che privati degli incassi, sono stati costretti a tenere chiuse le aree di servizio per settimane per ripristinare la funzionalità delle colonnine sradicate". Una "categoria particolarmente colpita". "Soddisfazione" invece ha espresso per l'operazione ringraziando "donne e uomini della Squadra mobile per l'elevata professionalità, la passione e l'impegno profusi" e "la Procura della Repubblica per l'efficace coordinamento".
L'indagine della Squadra Mobile è cominciata la notte del 17 febbraio, proprio in occasione di un tentativo di furto, riscontrando che la banda era responsabile di decine di analoghi reati compiuti con le stesse modalità anche nelle altre regioni: uno dei quattro, l'autista, accompagnava gli altri tre in Italia attraverso il confine con la Slovenia, riaccompagnandoli oltrefrontiera terminati i raid.