Estero

Assaltato bus a Gerusalemme: 18 accoltellati. Tre attentati in poche ore in Israele, quattro morti

GERUSALEMME, 13 OTTOBRE 2015 - Nuova ondata di attacchi in Israele in una drammatica escalation della tensione. É stata una mattina di terrore per lo Stato ebraico: due attacchi simultanei a Gerusalemme e uno a Tel Aviv, con un bilancio provvisorio di almeno due morti e venti feriti, alcuni in modo grave. Morti anche due assalitori palestinesi.

Il primo israeliano è stato ucciso in via Malkei Israel, nei pressi del rione ebraico ortodosso. Un assalitore si è scagliato con l'auto contro un gruppo di passanti alla fermata dell'autobus. Poi è sceso e ha cominciato a pugnalare chi era a terra. Cinque i feriti. La polizia ha fatto sapere che l'attentatore è stato “neutralizzato”.

La seconda vittima, un uomo di 60 anni, è stata uccisa a bordo di un autobus ad Armon Ha Natziv: due palestinesi sono saliti e hanno aperto il fuoco sui passeggeri. La polizia, intervenuta in forze, ha ucciso il primo dei due terroristi e catturato l'altro. Almeno 16 passeggeri sono rimasti feriti, tra loro uno sarebbe in gravi condizioni.

Infine, due passanti sono stati pugnalati da un assalitore palestinese nel centro di Raana, a Nord di Tel Aviv. Sono stati gli stessi passanti sul posto a neutralizzarlo e bloccarlo al suolo. Secondo alcuni media locali, l’aggressore, rimasto ferito gravemente nell'attacco, sarebbe un 22enne residente a Gerusalemme Est. [MORE]

Gli incidenti proseguono anche a Gaza. Duri scontri sono divampati stamane all estremità settentrionale della Striscia quando centinaia di giovani palestinesi si sono lanciati, per il terzo giorno consecutivo, contro i reticolati di confine con Israele e sono stati respinti dal fuoco dei militari israeliani. Uno dei dimostranti, secondo l'agenzia Maan, è stato ferito gravemente alla testa. Oggi i membri della comunità araba in Israele hanno convocato uno sciopero generale degli arabi israeliani in solidarietà con la Cisgiordania e per la Moschea di Al Aqsa.

Il premier Benyamin Netanyahu ha convocato una riunione di emergenza del governo alle 15 di oggi dopo gli ultimi fatti. Nella riunione, secondo l'ufficio del premier, si esamineranno ulteriori misure per far fronte alla “ondata di terrorismo” di queste ore.

"Il terrorismo è figlio della volontà di distruggerci e non della disperazione palestinese", ha denunciato il premier Benyamin Netanyahu in un teso dibattito alla Knesset. "Ma la nostra voglia di vivere distruggerà la voglia di uccidere dei nostri nemici", ha avvertito respingendo ancora una volta come "bugie" le affermazioni che Israele stia cercando di cambiare lo status quo sulla Spianata delle Moschee o che sia in lotta con l'Islam.

In Israele l'allarme resta altissimo e il timore di cadere in una spirale di scontri, attacchi, rappresaglie come quelle della prima Intifada (1987-1993) e della seconda (2000-2005) che hanno provocato migliaia di vittime è molto alto. Anche perché la frustrazione dei giovani palestinesi è all’esasperazione, di fronte a un governo inefficiente e corrotto, mentre l’espansione in Cisgiordania degli israeliani prosegue, come il ‘blocco’ della Striscia di Gaza e il processo di pace è fermo da mesi.

Il vice comandante della polizia Benzi Sao ha riferito in Parlamento che finora sono stati feriti negli scontri 68 agenti da pietre o bottiglie incendiarie e che dei 300 arresti effettuati di palestinesi o arabo israeliani, oltre la metà sono minorenni. Il ministero della Sanità palestinese ha calcolato in 1300 i feriti palestinesi da pallottole vere o ricoperte di gomma dall'inizio di ottobre, di cui 75 solo ieri negli scontri in Cisgiordania.