Cronaca

Asp Catanzaro. Chiusa attività di ristorazione a Settingiano

Asp Catanzaro: Settingiano, chiusa con sigilli attivita’ di ristorazione a seguito dei controlli da parte del Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione
CATANZARO, 4 DICEMBRE – I Tecnici della Prevenzione del SIAN di Catanzaro insieme ai Carabinieri della Caserma di Marcellinara, nel corso di un controllo, hanno scoperto che era regolarmente in funzione, con una cinquantina di clienti che consumavano ignari, un’attività di ristorazione del Comune di Settingiano, già oggetto, su indicazione dello stesso SIAN, di due ordinanze di chiusura: una del Sindaco e un’altra da parte dell’Autorità Sanitaria competente (Direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’ASP), per mancanza di registrazione sanitaria e di requisiti strutturali essenziali. Ovviamente, essendo l’attività abusiva dal punto di vista sanitario ed amministrativo, il proprietario era pure inadempiente totale col fisco. [MORE]

Gli operatori del controllo, dopo i necessari accertamenti, hanno proceduto ad imporre la chiusura del locale con apposizione di sigilli. A ciò seguirà informativa alla Procura della Repubblica a carico del proprietario-conduttore dell’esercizio per violazione di Ordinanza dell’Autorità Sanitaria.

I Servizi di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione afferenti al SSN sono stati istituiti con norme nazionali per svolgere attività che afferiscono alla sfera di competenza della Prevenzione. “Purtroppo, - dichiara il direttore del SIAN di Catanzaro, dott. Francesco Faragò - nelle nostre realtà, dove l’illegalità non è l’eccezione ma una pratica abbastanza diffusa, gli operatori del controllo sono costretti quasi frequentemente ad assumere i panni di organo repressore. Situazioni di illegalità della stessa fattispecie - aggiunge - non sono rare nel nostro territorio, abbiamo, per esempio, aperture di locali come Home restaurant illegali perché privi di registrazione sanitarie e che, per la loro particolare natura, riesce un po’ difficile controllarle e disporne la chiusura. Ciò nonostante, il fenomeno non sfugge al SIAN, tant’è che ha attivato un monitoraggio di questi locali che ancora non sono a norma e si concluderà con imposizioni di chiusura. Altre tipologie di attività presentano illegalità di altro genere, spesse volte in barba alle più elementari norme igieniche”.

“Questi fenomeni di illegalità - spiega il dott. Faragò - molto spesso sono favoriti dalla disattenzione di chi proprio sarebbe tenuto a contrastarli e che, invece, preferisce girarsi dall’altra parte.
In questo groviglio di illegalità - prosegue - molto spesso un comportamento scorretto viene giustificato come stato di necessità, magari per consentire un reddito alle famiglie, ma non si pensa che a farne maggiormente le spese è proprio la salute dei cittadini, perché una attività alimentare quando esercitata in una forma illegittima è sempre inosservante delle più elementari norme igieniche, con ovvie conseguenze in termini di rischi più o meno gravi per la salute dei consumatori”.

“In questi fenomeni di illegalità - afferma il direttore del SIAN - coesiste un altro aspetto che non va assolutamente sottovalutato ed è quello che attiene al commercio leale. Quest’ultimo costituisce un principio fondamentale su cui si basa la normativa Comunitaria o di qualsiasi Paese civile. Non è commercio leale - dice ancora il dott. Faragò - quando vi sono attività che godono di privilegi quali: non adeguare i locali alle varie norme con tutti i requisiti necessari, non registrarsi dal punto di vista sanitario, fare attività in eccedenza rispetto a quelle registrate, non pagare l’occupazione di suolo pubblico laddove le norme lo richiedono.”

Il direttore del SIAN dichiara infine che “Il Servizio di Igiene degli Alimenti dell’ASP di Catanzaro, oltre a portare avanti il suo programma nel terreno che è più consono, quello della prevenzione, è impegnato fortemente e concretamente, a contrastare le varie irregolarità delle attività alimentari di competenza. È un lavoro questo che viene condotto giornalmente nel silenzio, senza proclami mediatici, nella convinzione che la normale attività, in quanto tale e se condotta seriamente e concretamente, non ha bisogno di apparire ma di guardare all’essenza.”