Estero
Asia, torna l'incubo aviaria: un morto in Vietnam, 28 contagi e 7 vittime in Cina
DONG THAP (VIET NAM), 9 APRILE 2013- Un bimbo di quattro anni, é morto oggi, a Dong Thap, dopo aver contratto il virus H5N1; non lascia dubbi il referto medico, che a più di un anno di distanza, riporta tragicamente alla ribalta quell'incubo sanitario chiamato aviaria. Nessuno, dopo il febbraio dello scorso anno, aveva contratto ancora il male che terrorizzò per mesi l'Estremo Oriente e il Sud-Est Asiatico.
Il decesso del piccolo vietnamita riporta in auge la paura, proprio nelle settimane in cui la Cina torna a fare i conti con un nuovo ceppo di epidemia; per una forma di aviaria da virus H7N9 hanno perso la vita, nelle ultime settimane, ben otto Cinesi. [MORE]
L'ultima vittima, un uomo di 83 anni della provincia del Jiangsu sarebbe defunto stamattina in ospedale, a pochi giorni dal ricovero per sintomi influenzali e difficoltà respiratorie; poco fa, secondo l'agenzia Nuova Cina, le autorità sanitarie avrebbero confermato quattro ulteriori casi di contagio, a Shanghai e nella provincia dello Zhejiang, portanto a 28 il numero totale di contagiati a livello nazionale.
Numeri che poco hanno a che fare con le pandemie del passato, ma che restano costantemente monitorati da fonti mediche e governative; la Cina, sostengono gli esperti internazionali, è oramai lontana dai tempi della censura mediatica che dieci anni fa portarono la Sars a mietere molte più vittime del previsto. E' vero però, che se l'attenzione deve restare altissimo, i primi contagi tanto pubblicizzati dalla stampa nazionale non devono portare a una psicosi collettiva; parola dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, che in verità, però, guarda con favore alle misure adottate dal governo di Pechino.
Il contagio, sembrerebbe derivare solo dal contatto con pollame vivo infetto, ma da giorni, oramai, nei menù di mense e compagnie aeree è praticamente impossibile trovare del pollo; semaforo rosso anche per le uova, sparite da asili e scuole, dove proseguono controlli serrati su ogni bambino con sintomi influenzali.
Lettere per i genitori, corsi di igiene, saponi e disinfettanti triplicati negli uffici, dispense e volantini sanitari; all'aeroporto internazionale di Macao, poi, dei dispositivi a raggi infrarossi misurano la temperatura corporea di tutti i viaggiatori, alla ricerca di eventuali febbri anormali.
Dal web, poi, arrivano le prime ipotesi complottistiche, con le tesi del microblog del colonnello Dai Xu convinto che l' H7N9 altro non sia che un'arma batteriologica degli Stati Uniti, usata per indebolire la Cina, proprio come accadde qualche anno fa con il virus della Sars.
(immagine da: www.cdt.ch)
Simona Peluso