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Artisti nello spazio da Lucio Fontana ad oggi: Una storia dell'arte ambientale italiana
CATANZARO, 12 OTTOBRE 2013 - Il percorso espositivo, realizzato a Catanzaro, prevede una serie di ambienti ricostruiti (dallo Spazio Elastico di Gianni Colombo del 1967 a Davide Boriani con il suo Ambiente stroboscopico n. 5 sempre del 1967, da Alberto Biasi con l’opera Light Prism a Fabio Mauri con Luna del 1968 fino a lavori più recenti con Studio Azzurro, Massimo Bartolini, Chiara Dynys, Flavio Favelli e Loris Cecchini) oltre a una serie di spazi documentati da fotografie - alcune di Claudio Abate - e video.
Una mostra storica (si parte con Agostino Bonalumi, Gabriele Devecchi, Lucio Fontana, Enrico Castellani, Giuliano Mauri, Aldo Mondino per poi proseguire con Jannis Kounellis, Giulio Paolini, Luca Vitone) capace di raccontare, grazie a una sequenza cronologica, uno degli aspetti più interessanti dell’arte contemporanea.
L’idea
Il rapporto con lo spazio reale è una delle costanti dell’arte contemporanea. Almeno a partire dal secondo dopoguerra uno degli intenti degli artisti più all’avanguardia è stato quello di trasferire la percezione dell’arte dalla vista, dallo sguardo dello spettatore, all’intero corpo del fruitore che in questo modo viene coinvolto con tutti e cinque i sensi. Il modo più semplice ed efficace per ottenere questo risultato è stato quello di obbligare lo spettatore a “entrare” fisicamente nell’opera, trasformando quest’ultima da superficie o da oggetto tridimensionale in spazio praticabile, in luogo.
Così nascono gli ambienti: il fruitore è “dentro” l’opera in maniera fisicamente accertabile. La storia degli ambienti in tal senso coincide quasi con la storia dell’arte del dopoguerra, ma – ancora una volta – l’arte italiana, che di questi ambienti è stata antesignana, non ha saputo valorizzare questo primato, lasciando che altre culture – come quella anglosassone o francese – fossero maggiormente riconosciute. La mostra Artisti nello Spazio intende ovviare, parzialmente, a questa erronea lettura dell’arte contemporanea mondiale, fornendo un panorama cronologico e altamente spettacolare degli ambienti italiani, che non hanno nulla da invidiare, sia come primato cronologico sia come complessità concettuale, ai più conosciuti esempi americani o francesi.
La mostra
Nel Complesso Monumentale del San Giovanni, che destina una ventina di stanze alle rassegne temporanee, verranno ricostruiti gli ambienti che hanno fatto la storia dell’arte italiana – in questo campo – dal dopoguerra a oggi.
Gli artisti in mostra: Claudio Abate, Vincenzo Agnetti, Mario Airò, Getulio Alviani, Giovanni Anceschi, Studio Azzurro, Massimo Bartolini, Manfredi Beninati, Cesare Berlingeri, Carlo Bernardini, Alberto Biasi, Agostino Bonalumi, Davide Boriani, Enrico Castellani, Alik Cavaliere, Loris Cecchini, Gianni Colombo, Gino De Dominicis, Gabriele Devecchi, Chiara Dynys, Luciano Fabro, Flavio Favelli, Lucio Fontana, Pinot Gallizio, Piero Gilardi, Jannis Kounellis, Ugo La Pietra, Fabio Mauri, Giuliano Mauri, Mario Merz, Aldo Mondino, Liliana Moro, Giulio Paolini, Pino Pascali, Luca Maria Patella, Alfredo Pirri, Paolo Scheggi, Paolo Scirpa, Nanda Vigo, Luca Vitone. Essi rappresentano la continuità dell’arte italiana in questo settore, e verranno introdotti da un omaggio a Mimmo Rotella, di cui si costruirà un ambiente che, in accordo con la sua poetica, costituirà una sorta di chiave di lettura dell’intero percorso: lo spettatore, attraverso la stanza/omaggio a Rotella, entrerà in uno spazio “diverso”, in uno spazio “altro”, quello senza tempo dell’arte. [MORE]
(Notizia segnalata da Fondazione Rocco Guglielmo)