Cultura e Spettacolo
Arte: Roma, Pablo Picasso scuote la capitale
ROMA,13 NOVEMBRE - L’Arlecchino dell’arte” colora ,riempie e stupisce nelle sale delle scuderie del Quirinale e di Palazzo Barberini, con numeri che confermano l’unicità del pittore spagnolo.
”Picasso. Tra Cubismo e Classicismo 1915-1925.”,questo il nome dell’esposizione capitolina inaugurata il 22 settembre che prosegue con grande successo tra lo stupore e l’entusiasmo di visitatori provenienti da ogni dove.[MORE]
Un viaggio artistico che con oltre 100 capolavori tra tele ,bozzetti, fotografie ,acquarelli e lettere provenienti dai musei di tutto il mondo vuole omaggiare il primo centenario del viaggio italiano del genio di Malaga.
Il maestro del Novecento giunge nel Bel Paese al seguito dell’amico Jean Cocteau, drammaturgo e sceneggiatore, il quale gli chiede di partecipare alla produzione di “Parade”, un balletto ispirato a un suo poema che sarebbe stato portato in scena dai Ballets Russes dell’impresario Sergel Djagilev.
La compagnia russa allora aveva sede nella Città Eterna, dove Picasso si dirige quando accetta la proposta di Cocteau; qui arriva ricercando l’ispirazione, in un periodo di transizione posteriore alla fase cubista che lo porterà all’adozione del metodo del”pastiche”, un miscuglio di stili e forme che caratterizzerà l’arte successiva del genio spagnolo e che assume oggi particolare importanza nell’esibizione capitolina.
L’aspettativa di Picasso verso l’Italia si trasforma presto in realtà, qui infatti l’artista conosce la sua prima moglie ed entra in contatto con i protagonisti dell’opera teatrale a cui si dedica; l’insieme di questi avvenimenti produce un profondo cambiamento nella sua vena artistica che sconvolge ogni canone e lo stesso Pablo.
Il 1917 si rivela essere un anno di svolta fondamentale per un Picasso che vive una fase umana intensa e significativa in cui riflette sul senso della vita, in cui effettua cambiamenti stilistici che vedono l’Esprit Nouveau combinarsi con le rovine romane e in cui i suoi famosi binomi realtà-finzione, confusione-chiarezza, modernità -passato divengono sempre più intriganti e stupefacenti agli occhi del pubblico, in un’Europa in cui infuria il primo conflitto mondiale, il quale genera nell’animo del pittore una grande introspezione che ci regala i controversi e toccanti lavori oggi in mostra a Roma.
Le opere di un allora ventiseienne ma già pienamente affermato Picasso ci guidano in un viaggio artistico ma soprattutto emotivo che non può passare inosservato; un viaggio di riflessione e di ispirazione tra Rinascimento italiano, arte pompeiana, stravolgimenti dettati dalla Guerra e esperienze personali.
E’ proprio l’incontro con i protagonisti dello spettacolo di cui Picasso si occupa durante il suo soggiorno romano a produrre, infatti, uno dei pezzi forti della mostra curata da Olivier Berggruen, il sipario dipinto per Parade esposto a Palazzo Barberini; altra opera di spessore è senza dubbio il “Ritratto di Paul”, quadro che raffigura il figlio dell’artista avuto con la moglie “romana” Olga e infine non si può non citare tra i tanti capolavori il dipinto: ”Due donne che corrono sulla spiaggia”, un a gouache che esalta il nudismo e che richiama all’arte dell’antichità, mostrando due donne enormi che più che correre sembra stiano danzando, con movimenti che ricordano le menadi dell’arte greca e una sensualità tutt’altro che abbandonata nonostante le misure volutamente sproporzionate delle protagoniste della tela.
L’eclettico artista riesce quindi con questa “fiera artistica” in suo onore a deliziare e sconvolgere ancora una volta pubblico e critica senza distinzioni, tra applausi e elogi in un’esibizione, quella tra Scuderie del Quirinale e Palazzo Barberini , che vuole omaggiare un grande artista in una grande città quale Roma , insomma un unicum senza precedenti.
Sara Benedetti Michelangeli