Cronaca
Arrigoni morto soffocato: ultimatum non rispettato
Roma, 15 aprile – Vittorio Arrigoni, attivista e volontario filo-palestinese, era stato sequestrato ieri mattina nella Striscia di Gaza da un gruppo salafita composto di estremisti e che si ispira ad Al Qaeda. I rapitori hanno anche rilasciato un video in cui Arrigoni compare bendato e sanguinante mentre scorrono delle scritte in arabo che lo accusano di voler contaminare la Palestina coi vizi occidentali; altre frasi intimavano ad Hamas il rilascio di “confratelli” detenuti. La richiesta dei rapitori era semplice: la vita dell'italiano in cambio della liberazione da parte del governo di Hamas dei detenuti entro 30 ore. Ma l'ultimatum non è stato rispettato: secondo la polizia, infatti, Arrigoni è stato ucciso per soffocamento dopo tre ore dal sequestro con la colpa di essere un “nemico di Israele e un filo-palestinese”.[MORE]
Secondo Yaib Hussein, portavoce di Hamas, il corpo sarebbe stato rinvenuto a seguito di un blitz dei miliziani in un edificio a Gaza City a cui sarebbero giunti dopo l'arresto di un primo salafita coinvolto. L'irruzione nell'appartamento, cui ha fatto seguito anche una sparatoria, si è conclusa con l'arresto di un secondo sequestratore (un terzo uomo sarebbe riuscito a fuggire) e con il ritrovamento del corpo ormai privo di vita di Vittorio Arrigoni che era già morto da qualche ora.
Il cadavere è stato indentificato presso l'obitorio dello Shifa Hospital a Gaza City e la Farnesina ha prontamente espresso il proprio cordoglio alla famiglia e ai conoscenti di Arrigoni, condannando nel frattempo il vile e barbaro omicidio di un uomo che era sul luogo per seguire la situazione in Palestina con un forte coinvolgimento personale.
Hussein ha anche espresso il parere per cui il sequestro del nostro connazionale abbia un valore simbolico,che sia cioè stato un atto intimidatorio per prevenire un possibile arrivo di una flotta internazionale filo-palestinese nelle acque della Striscia di Gaza e per far capire che la presenza di stranieri “infedeli” non è ben vista dalle forze ultra-integraliste.
Le opinioni di Arrigoni non sono mai state un mistero per nessuno: era infatti membro dell'International Solidarity Movement (Ism). In passato è stato anche minacciato di morte ed è finito anche in carcere per mano della guardia costriera israelina insieme ad altri membri del gruppo Ism. Tra l'altro è stato anche autore del libro “Restiamo umani” in cui espone il massacro dei palestinesi dal punto di vista dei pacifisti.
Hussein ha inoltre espresso la volontà di Hamas di fermare il gruppo dei rapitori di Arrigoni, indicato come un “amico del popolo palestinese”, e di condannare la sua morte definendola "un atto contrario ai nostri valori".