Cronaca

Arresti Villa San Giovanni: indagine su biglietteria Caronte

REGGIO CALABRIA, 18 DIC - E' partita dopo le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia affiliato alla 'ndrangheta, Vincenzo Cristiano, ed ha avuto come oggetto il "progetto per la riorganizzazione dell'area Villa Agip con la realizzazione di un nuovo impianto di bigliettazione e connessa automazione" della società Caronte & Tourist, l'inchiesta "Cenide" della Dda di Reggio Calabria condotta dai carabinieri che ha portato all'arresto del sindaco di Villa San Giovanni e di due manager della Caronte, oltre che di dipendenti comunali e professionisti. 

Dalle indagini, coordinate dai pm distrettuali Walter Ignazitto e Gianluca Gelso, è emersa, come figura centrale quella dell'ingegnere Francesco Morabito, responsabile del Settore tecnico urbanistico del Comune di Villa. Morabito si sarebbe direttamente interessato della vicenda della biglietteria nella quale sarebbero coinvolti Antonino Repaci e Calogero Famiani, presidente del Cda e ad della società e un altro dipendente comunale, Giancarlo Trunfio, agevolando la realizzazione dei lavori. In particolare, in cambio della promessa di assunzione del figlio di Trunfio da parte della Caronte e Tourist, Morabito e Trunfio avrebbero adottato un provvedimento illegittimo per consentire alla società la rapida realizzazione dell'opera in assenza di un titolo edilizio. 

Repaci si sarebbe anche mosso con il vertice dell'amministrazione comunale, individuando il suo principale interlocutore nel sindaco Giovanni Siclari, per assicurarsi l'affidamento dell'area sulla quale la società aveva progettato i lavori che tuttavia era di proprietà Anas. Dalle indagini è emerso anche un altro caso di corruzione con protagonista Morabito che avrebbe agevolato l'iter delle pratiche edilizie di Gaetano Bevacqua, noto imprenditore della ristorazione e gestore della sala ricevimenti "Villa Chiringuito" di località Cannitello di Villa San Giovanni. Tutto ciò in cambio di cene gratuite o con rilevanti sconti per sé e per altri. 

Sempre Morabito avrebbe indirizzato l'aggiudicazione dell'appalto per la progettazione definitiva ed esecutiva della riqualificazione del lungomare in favore del raggruppamento temporaneo di professionisti in cui ha inserito anche suo figlio Giovanni Marco, neolaureato in ingegneria. 

Con le medesime modalità Morabito, in concorso con Vincenzo Cristiano, avrebbe anche turbato la gara per fare aggiudicare alla Cooperativa Sociale Pandora gli appalti relativi al servizio di pulizia del Municipio negli anni 2014 e 2016. 

Morabito avrebbe concordato con i rappresentanti della coop la presentazione dell'offerta, predeterminando modalità ed entità del ribasso e garantendo preventivamente l'aggiudicazione dell'appalto. In questo caso la contestazione è aggravata dalle modalità mafiose, perché Cristiano, all'epoca dei fatti, apparteneva alla cosca di 'ndrangheta Bertuca, operante nel mandamento di Reggio Calabria.

Aggiornamenti

"L'inchiesta 'Cenide' fa emergere un quadro desolante di gestione dell'ufficio tecnico del comune di Villa San Giovanni e tutto ruota sulla figura centrale del dirigente, Francesco Morabito". Lo ha affermato il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri incontrando i giornalisti.  

"Intendo chiarire - ha detto Bombardieri - che in questa indagine non è coinvolto il sen. Marco Siclari, di Forza Italia, fratello del sindaco, e la vicenda riguarda la gestione quasi privatistica di un ufficio pubblico, diretto da Morabito, sempre pronto a soddisfare le richieste della società di navigazione in cambio di favori, di assunzioni, anche con promesse fatte ad un consigliere di minoranza (Villa San Giovanni è guidata da una maggioranza di centrodestra, ndr) di assumergli un figlio in cambio di un ammorbidimento delle posizioni politiche".

L'inchiesta, avviata anche a seguito di numerose segnalazioni di cittadini e di associazioni, ha riguardato i lavori di adeguamento di un grande piazzale di cui era proprietaria l'Anas, ceduto poi al comune, su cui la Caronte e Tourist aveva realizzato un'area di sosta e una biglietteria automatica, secondo l'accusa, non rispettando la legge urbanistica e senza i pareri tecnici comunali.

"Le intercettazioni sono davvero allarmanti - ha sottolineato ancora Bombardieri - e consentono di delineare un quadro di convenienze, di 'do ut des', tra Morabito e il suo vice, Giancarlo Trunfio, da una parte, e la società di navigazione dall'altra. Per agevolare i lavori di ammodernamento del piazzale e la realizzazione della biglietteria, infatti, i vertici della società si erano impegnati ad assumere uno dei figli di Trunfio, Gianluca, ottenendo dall'ufficio tecnico del comune di Villa San Giovanni un provvedimento autorizzativo illegittimo per la rapida esecuzione dell'opera.

Rimanendo in questo ambito sono state registrate ulteriori condotte corruttive, attraverso cui i manager indagati sono riusciti ad asservire la pubblica funzione agli interessi privati della società di navigazione". Alla conferenza stampa era presenti anche il comandante provinciale dei carabinieri, col. Giuseppe Battaglia, il comandante del reparto operativo t.col. Massimiliano Galasso, e il maggiore Cristian Tedeschi.