Cultura e Spettacolo
Armonie d'Arte Festival: «Marielle Franco vive» ed emoziona con Anna Macrì e Monica Benicio
Catanzaro, 24 Agosto - "Questa sera abbiamo posto il cuore oltre l'ostacolo con un atto che fa molto onore a noi e a voi che siete presenti. Siamo convinti che un festival debba interrogarsi anche sulle grandi tematiche sociali, che debba proporre momenti di riflessione, che si debba avere il coraggio di spingere un pochino oltre. Vi proponiamo una riflessione su testimonianze legate al Brasile ma che devono significare testimonianze per l'umanità intera, nessuno può girarsi dall'altra parte". Con queste parole molto sentite la dottoressa Chiara Giordano, presidente della Fondazione Armonie d'Arte, ha dato inizio ad una serata emozionante e commovente.
Marielle Franco amava definirsi «Cria da Marè», figlia della marea, perché nella favela di Marè, a Rio de Janeiro, ci era nata. A diciannove anni accoglie con gioia sua figlia Luyara che fa crescere con tanto amore senza l'aiuto del padre. Ed è proprio grazie a questo amore che matura l'idea della necessità di lottare per il riconoscimento dei diritti delle donne ed in particolare di quelle che vivono nelle favelas. Quando, due anni più tardi, un proiettile vagante uccide una sua cara amica, capisce che non può più aspettare. Studia alla Pontificia Università Cattolica di Rio de Janeiro e si laurea in Scienze Sociali. Diventa femminista e attivista per i diritti umani delle donne. Dopo tante lotte e diversi incarichi nel 2016 viene eletta consigliere comunale di Rio de Janeiro. I suoi impegni si moltiplicano, la sua voce viene notevolmente amplificata. Lei, però, è donna, nera, ragazza madre, femminista, a favore dell'aborto in casi di precisa gravità, attivista per i diritti umani, omosessuale dichiarata e, soprattutto, da anni denuncia le violenze e gli abusi commessi dalla polizia nelle favelas. Troppe cose. A Rio non si può. La sera del 14 Marzo scorso, una vera e propria esecuzione a colpi d'arma da fuoco decide che Marielle non deve vivere. Marielle vive ancora, invece, in Brasile, in Calabria, in tutto il mondo. Marielle era anche credente e parlava a sua figlia sempre del Vangelo, sosteneva che l'amore è la cosa più importante della vita. Anche Papa Francesco ha voluto far sentire la sua vicinanza al dolore di Luyara e di sua nonna Marinette con una telefonata personale. La condanna di questo gesto vigliacco è arrivata da ogni parte del mondo, compreso il Parlamento Europeo.
"Non contate i proiettili ma le stelle". E le stelle erano tante ieri sera nel cielo che dolcemente ha avvolto l'incantevole scenario del Parco Archeologico Scolacium. Per far vivere ancora una volta Marielle, la dottoressa Giordano ha sposato in pieno l'idea di Anna Macrì, scrittrice e attrice catanzarese molto impegnata nella lotta contro le violenze sulle donne. Anna, all'indomani della morte dell'attivista brasiliana, ispirata dal forte senso del dolore che provava, compose un testo poetico dedicato a lei. Da questo testo poetico, successivamente, con Emi Bianchi, creative work trainer, e il quintetto di musicisti Kala Bossa, danno voce a Marielle realizzando uno spettacolo capace di trasmettere tante emozioni. Le musiche dei Kala Bossa accompagnano lo spettatore in un continuo viaggio tra la Calabria e il Brasile, e tra i diversi sentimenti che Anna ed Emi interpretano con grande intensità. Anna è Marielle ma è anche se stessa, perché è vero che in Brasile la condizione femminile presenta tanti problemi ma anche in Italia, e nell'occidente in generale, nonostante il divario tra i sessi è molto meno ampio, l'effettiva parità non è ancora raggiunta e la violenza sulle donne è ancora una piaga. I continui cambi di ruolo sono sapientemente gestiti, e i diversi sentimenti che Anna riesce a far arrivare catturano completamente. L'essere donna, la passione politica ma soprattutto l'amore che Marielle aveva per la vita, per coloro che con tanta determinazione difendeva, per la figlia Luyara e per la compagna Monica Benicio, si manifestano con grande forza. Emi è Monica Benicio, compagna di Marielle. I momenti più importanti del rapporto tra le due attiviste vengono interpretati con grande fervore da entrambe le artiste calabresi.
Marielle non ha potuto essere presente in platea ma Monica Tereza Benicio si e a giudicare dalle lacrime versate ha profondamente sentito e gradito l'opera, così come il pubblico presente.
Anna Macrì ha avuto successo perché ha fatto suo il motto di Marielle :Eu sou porque nòs somos, io sono perché noi siamo. Ha fatto squadra con Emi, i Cala Bossa e la dottoressa Giordano.
Lo spettacolo è stato preceduto da un altrettanto emozionante dibattito sapientemente moderato dal grande giornalista del TG1 e profondo conoscitore del Brasile, Francesco Brancatella. Hanno partecipato Monica Benicio, Lindara Nobre Costa, attivista e responsabile del gruppo "Marielle Franco" in Calabria, e Glòria Paiva, esperta di comunicazione, giornalista e traduttrice brasiliana in Italia.
"Marielle portava nel suo corpo tutte le tematiche che difendeva. Lo faceva sempre con un grande sorriso. Anche se abbiamo trovato tanta resistenza nelle famiglie, nella società brasiliana, se abbiamo dovuto affrontare tante sfide, abbiamo sempre preso la vita con un gran sorriso, con la convinzione che la vita è bella e che con la solidarietà si possano cambiare le cose. Percepivamo il rischio che correva in quanto donna nera ma non abbiamo mai preso in considerazione il rischio di un attentato, altrimenti avremmo preso le necessarie precauzioni", ha detto Monica Tereza Benicio che si è particolarmente emozionata quando ha raccontato i drammatici momenti in cui ha saputo dell'attentato.
"Abbiamo frequentato entrambe la Pontificia Università Cattolica di Rio. Ci incontravamo nelle assemblee, nelle manifestazioni e durante la scrittura dei testi collettivi. Mi ha fatto un gran piacere, quando io ero già in Italia, apprendere che era stata eletta consigliere comunale. Addirittura la quinta più votata in una città razzista come Rio. I turisti hanno una concezione diversa di questa città ma, quando si visita una città, ci vuole un po' di cuore aperto per capire quello che sentono gli altri. Quando ho saputo dell'uccisione sua ho capito ancora di più quale deve essere il mio ruolo qua". Questo il ricordo di Lindara Nobre Costa.
"Sono segretaria dell'UDI a Catanzaro, è il mio modo di portare in Italia il mio percorso di giovane femminista in Brasile. Il mio modo di unire le donne brasiliane e quelle italiane. Il sistema patriarcale, purtroppo, ha creato un maschilismo che è simile in tutto il mondo. C'è un momento nella vita di ogni donna nel mondo in cui ci si rende conto che c'è una disparità di trattamento tra uomini e donne" ha sostenuto Glòria Paiva che ha aggiunto di stare bene in Calabria, di sentirsi come se fosse a casa. [MORE]
Lo spettacolo "Cria da Marè – Marielle Franco, una donna, la politica, l’amore" è stato interpretao da:
Anna Macrì (Anna/ Marielle Franco)
Emanuela Bianchi, creative work trainer e attrice (Monica Tereza Benicio)
I Kala Bossa: Marinella Rodà (Vocalist)
Demetrio Fortugno (Sax – clarinetto)
Alessandro Calcaramo (Chitarra)
Giuseppe Manti (Contrabbasso)
Giuseppe Spanò (Percussioni)
Saverio Fontana
Foto Antonio Raffaele