Estero
Armenia, Turchia contro il Papa: "ha la mentalità delle crociate"
ANKARA – È un dibattito ancora scottante quello che vede opporsi la Turchia e l’Armenia sul tema del massacro, avvenuto nel 1915, di oltre un milione e mezzo di armeni da parte dei turchi. In queste ore, la visita del Papa Franesco in Armenia sembra aver riaperto la discussione, suscitando vive proteste da parte di Ankara.
“Nella solenne liturgia nella Basilica di San Pietro a Roma il 12 aprile 2015”, si legge nella dichiarazione congiunta di Papa Francesco e di Karekin II” ci siamo impegnati ad opporci ad ogni forma di discriminazione e violenza, e abbiamo commemorato le vittime di quello che la Dichiarazione Comune di Sua Santità Giovanni Paolo II e Sua Santità Karekin II menzionò quale 'lo sterminio di un milione e mezzo di Cristiani Armeni, che generalmente viene definito come il primo genocidio del XX secolo' (27 settembre 2001)”.
Nella dichiarazione, ci si riferisce chiaramente agli uccisione degli armeni come a un “genocidio”. Una presa di posizione, questa, accompagnata da parole che esortano alla solidarietà e alla cooperazione: “Siamo purtroppo testimoni di un'immensa tragedia che avviene davanti ai nostri occhi: di innumerevoli persone innocenti uccise, deportate o costrette a un doloroso e incerto esilio da continui conflitti a base etnica, politica e religiosa nel Medio Oriente e in altre parti del mondo" hanno affermato i due leader religiosi. [MORE]
“Ne consegue che le minoranze etniche e religiose sono diventate l'obiettivo di persecuzioni e di trattamenti crudeli, al punto che tali sofferenze a motivo dell'appartenenza ad una confessione religiosa sono divenute una realtà quotidiana”.
“Chiediamo ai fedeli delle nostre Chiese di aprire i loro cuori e le loro mani alle vittime della guerra e del terrorismo, ai rifugiati e alle loro famiglie. E' in gioco il senso stesso della nostra umanità, della nostra solidarietà, compassione e generosità, che può essere espresso in modo appropriato solamente mediante un immediato e pratico impiego di risorse”, si legge ancora nella dichiarazione.
Parole, queste, che non sono piaciute alla Turchia, che ha definito le affermazioni di Papa Francesco “spiacevoli” e legate ad una “mentalità da Crociate”. Il vicepremier turco Nurettin Canikli ha ribadito la presa di distanza dalle posizioni che vedono la Turchia colpevole di un genocidio. Secondo Ankara, in effetti, il massacro degli armeni non sarebbe altro che la conseguenza del conflitto mondiale allora in corso, non riconducibile, in sostanza, ad una specifica strategia volta a sterminare la popolazione.
Arriva, rapida, anche la replica del Vaticano: “Sbaglia” afferma il portavoce vaticano, Padre Federico Lombardi “chi nelle parole del Papa vede uno spirito di Crociata. Il Papa non parla per la guerra ma per la pace”.
In questo terzo e ultimo giorno di visita, il Pontefice incontrerà 14 vescovi della Chiesa armeno-cattolica per poi presenziare alla divina liturgia celebrata dal capo della Chiesa armeno-apostolica, il supremo patriarca e Catholicos Karekin II. Nel pomeriggio, invece, sarà la volta del santuario di Khor Virap dove, nel IV secolo, fu tenuto prigioniero San Gregorio l’Illuminatore, patrono della Chiesa armena. Il rientro del Papa in Italia è invece previsto per le 20: 40 (ora italiana).
(foto: dagospia.com)
Sara Svolacchia