Estero
Argentina, doppio record per Cristina Fernandez de Kirchner
BUENOS AIRES, 24 OTTOBRE 2011- Cristina Fernandez Kirchner nel 2007 e’ stata la prima donna a salire a capo del suo Paese ed ora è anche la prima ad ottenere la rielezione con il più ampio margine di vittoria ottenuto da un presidente da quando, circa 30 anni fa, la democrazia è stata restaurata in Argentina. [MORE]
Secondo i primi risultati ha ottenuto il 53% dei voti, distaccando di quasi 36 punti di vantaggi l'avversario socialista Hermes Binner che avrebbe raccolto il 17% dei voti. Distacco destinato a divenire ancora maggiore quando sarà reso noto il responso di Buenos Aires.
Non appena sono stati divulgati i primi dati a conferma della sua rielezione, la Kirchner, dall'hotel di Buenos Aires, scelto dal partito come quartier generale, ha tenuto un discorso rivolgendosi soprattutto ai giovani accorsi a plaza de Mayo, innanzi al palazzo presidenziale di Buenos Aires, la Casa Rosada, “armati” di bandiere recanti l'effige di Evita Peron. A quei giovani che intonando canzoni peroniste “vengono a salutare questo governo con amore, perché hanno capito che stiamo lavorando per il presente, ma soprattutto per il loro futuro”.
Inevitabili i molteplici riferimenti al suo predecessore e marito, Nestor Kirchner, iniziatore del progetto per il Paese, ucciso da un infarto il 27 ottobre scorso. E’ à lui che si rivolge la Kirchner quando, con la voce incrinata dice “E’ a lui che devo la vittoria”. I detrattori della Kirchner dichiararono dopo la morte del marito, ed ex presidente argentino, che non sarebbe stata capace di controllare il partito peronista, ma la schiacciante vittoria di ieri ha dimostrato il contrario.
“Se uno qualunque di noi avesse detto che sarebbe stato possibile, due anni fa, ci avrebbero detto che eravamo pazzi”, ha detto emozionata e in lacrime Fernandez, parlando ai sostenitori. “Potete contare su di me per andare avanti su questo progetto di migliorare la vita di 40 milioni di argentini”.
Oggi in Argentina l’ottimismo la fa da padrone e induce la maggioranza a credere di essere completamente immuni dalla crisi internazionale. "Qui non arriva", dicono tutti. Sembra si sia dimenticata la bancarotta nazionale del dicembre 2001, che portò lo Stato a dichiarare il fallimento, a smettere di pagare i debiti dei Tango-Bond, a rompere con l'Fmi e, prima di svalutare la moneta, a bloccare nelle banche tutti i conti correnti. Così come sembra che la costante crescita del pil in questi ultimi otto anni ed il calo della disoccupazione abbiano spazzato dalle menti il ricordo di quello stesso dicembre 2001 quando la classe media si ritrovò improvvisamente con meno di un quinto dei suoi risparmi, a rasentare la miseria Poi arrivò Néstor Kirchner, detto simpaticamente “il pinguino” perché era governatore della Patagonia, e reinventò il paese.
E forse è proprio la memoria del marito Néstor insieme ai dati di un’ economia che cresce ad un ritmo del 9 per cento, che Cristina ha usato in campagna elettorale, ad averla resa imbattibile.
Sara Marci