Cronaca
Arezzo, pugni e grida dei risparmiatori davanti sede Banca Etruria: "Ridateci i soldi"
AREZZO, 28 DICEMBRE 2015 - "Nelle terre rosse vi scavate le fosse", "Qui giace la fiducia nel sistema bancario", "Rivogliamo tutti i soldi che ci avete rubato", "a noi lezioni di finanza, a voi di onesta'", "i responsabili devono pagare": con questi cartelli e striscioni una cinquantina di risparmiatori ha dato vita oggi a una protesta davanti alla sede centrale di Banca Etruria ad Arezzo per protestare per il crac dell'istituto e contro il decreto che ha azzerato azioni e bond subordinati. La manifestazione e' stata organizzata dall'Associazione vittime del Salva-banche che il 22 dicembre scorso aveva portato davanti palazzo Koch, a Roma, oltre 200 risparmiatori per protestare contro il governo e Bankitalia.
Un gruppetto ha tentato di forzare il blocco e di entrare nella sede centrale, ma al secondo sbarramento dopo aver guadagnato l'atrio, non è riuscito ad entrare. I contestatori sono stati circondati dalle forze dell'ordine, ci sono stati attimi di tensione ma nessun contatto. La protesta è andata avanti fino al pomeriggio e corso Italia, strada del centro della città toscana, è rimasta bloccata dai vigili urbani. [MORE]
Pieno appoggio da parte del Codacons, una delle associazioni dei consumatori che ha presentato esposti in seguito ai quali è stato aperto nei giorni scorsi un nuovo filone di indagine, quello per truffa, ai risparmiatori che oggi sono scesi in piazza ad Arezzo. Il Codacons ha annunciato per i prossimi giorni nuove iniziative e altre mobilitazioni dei risparmiatori in varie città italiane, contro il salvataggio di Banca Marche, Banca Etruria, Carife e Carichieti.
"Le nostre iniziative a tutela dei risparmiatori non si fermano però alle proteste di piazza - spiega il presidente Carlo Rienzi -. Stiamo infatti definendo le prime cause risarcitorie che partiranno a inizio 2016, attraverso le quali gli investitori che hanno visto azzerati i propri risparmi chiedono il rimborso integrale delle obbligazioni subordinate, vendute in modo truffaldino senza adeguate informazioni sui rischi e in mancanza di avvisi alla clientela circa lo stato di dissesto degli istituti emittenti".