Cronaca
Area flegrea di Napoli: prostitute sulla Domiziana, una situazione da risolvere
NAPOLI, 19 GENNAIO 2016 - Così come in altre città si possono trovare, al loro ingresso, colonne o archi di trionfo, anche l’area flegrea della città di Napoli, lungo le trafficate strade d’accesso, ha i suoi assi nella manica per far capire subito ai turisti, senza possibilità di scarto, quanto sia importante l’immagine che si da all’esterno. Peccato, però, che non sia questo il caso di imponenti opere monumentali (che forse sono le uniche cose che non mancano nel nostro territorio) bensì di donne che svolgono quello che viene definito “il mestiere più antico del mondo”. [MORE]
Un nuovo caso di inciviltà e mancati controlli che potrebbe essere facilmente risolto con un minimo di attenzione in più. La lotta alla prostituzione, quella vera e funzionale che vada a colpire non tanto le ragazze “passeggiatrici” (molto spesso donne dell’est e del continente africano, giunte in Italia con la speranza di un futuro migliore) bensì i loro aguzzini, coloro che sfruttano la condizione di povertà e disperazione degli esseri umani per i propri loschi ed infidi scopi, sarebbe l’ideale ma, intanto, anche semplicemente amplificare i controlli per una problematica che è ben nota a chiunque, potrebbe essere d’aiuto.
Infatti un problema che molti ignorano in nome di una visione più semplicistica e senza dubbio riduttiva dell’intera situazione, è rappresentato dalla gabbia psicologica in cui molte ragazze sono costrette a vivere, intimorite e minacciate dai loro “protettori” che non sempre si fanno scrupoli a passare dalle minacce alle percosse, fino alla segregazione forzata.
Una tratta delle schiave vera e propria con conseguente mercificazione del corpo, ridotto a mero prodotto e niente più. Inoltre bisogna considerare che, oltre che un danno per il pubblico decoro, il fatto stesso che alcune auto si fermino lungo una strada sulla quale a tutti gli effetti vige il divieto di sosta e di fermata, rappresenta un reale problema per la viabilità e per la sicurezza degli automobilisti.
Infine basta un minimo sforzo di immaginazione per rendersi conto della pessima figura che il nostro amato territorio subisce ogni volta che un turista di passaggio (e considerando l’importanza della lunghissima arteria stradale è facile anche arrivare alla conclusione che ce ne siano davvero molti) si trova a dover fare lo slalom tra “Pretty Woman” nostrane e macchine in sosta a bordo strada i cui guidatori sono intenti a discutibili contrattazioni sui prezzi e modalità d’acquisto.
Uno scempio, in poche parole, e dati i tempi di crisi e le grosse risorse paesaggistiche, enogastronomiche ed archeologiche, per quanto non sfruttate a dovere e molto spesso dimenticate, tipiche della Terra del Fuoco, quello del turismo culturale dovrebbe essere un segmento di mercato da tenere ancora di più in considerazione, sotto tutti i punti di vista. E di sicuro, non è difficile immaginare che situazioni del genere non giovino a tutto ciò.
Rosario Scavetta