Arcuri "mascherine a 0,50. “Le daremo pure a scuola" Azzerata Iva. Costo produzione 0,12 Cen
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"Questione mascherine risolta. Le daremo pure a scuola". Arcuri, partita produzione Made in Italy, ora anche dai tabaccai
ROMA, 23 MAG - Decine di milioni di mascherine chirurgiche già in distribuzione e altrettante in arrivo, con la produzione delle Made in Italy appena partita e i tabaccai che si aggiungono a farmacisti e supermercati nella vendita dei dispositivi calmierati a 50 centesimi. L'incubo della carenza di mascherine sembra alle spalle, per questo il commissario per l'Emergenza, Domenico Arcuri, è al lavoro per gli approvvigionamenti a prof e studenti nelle scuole. A partire dagli esami di giugno, per poi proseguire con l'inizio del prossimo anno scolastico a settembre, dove sembra ormai certo che i ragazzi le indosseranno durante le lezioni. La collaborazione tra Arcuri e il Miur riguarda alunni, personale docente e non docente già alle prese con la maturità dal 17 del prossimo mese: gli esami "devono essere fatti assolutamente in sicurezza" e "stiamo cominciando a studiare come approcciare la ripresa dell'anno scolastico.
Abbiamo qualche mese di tempo e certamente è un argomento sensibile. Penso sia un gesto di civismo definitivo quello di far svolgere le lezioni in sicurezza", chiarisce il Commissario, spiegando che le modalità sulla distribuzione ai vari istituti non sono ancora stabilite. Un tema nel quale saranno coinvolti anche i provveditorati e gli uffici scolastici regionali. Una nuova stagione di approvvigionamenti è possibile anche alla luce dell'avvio della produzione Made in Italy dei dispositivi, che dalle prossime settimane sarà a regime con la imprese italiane riconvertite: l'obiettivo è di abbandonare gradualmente le importazioni dall'estero.
"La fabbricazione in Italia è cominciata questa settimana - annuncia - le prime mascherine le daremo al personale medico e ai farmacisti. Sono dispositivi di tipo 2, un prodotto assolutamente in linea con i requisiti sanitari", dice Arcuri, mostrando ai giornalisti la chirurgica italiana 'numero 0'. Il costo di produzione è di 12 centesimi e saranno pagate 50 centesimi. "Questa settimana abbiamo già distribuito oltre 43 milioni di mascherine, il numero più alto dall'inizio dell'emergenza".
La produzione sarà estesa, con nuovi macchinari, anche nelle carceri grazie ad un protocollo con il Ministero della Giustizia. E da ieri i primi 20mila tabaccai sul territorio italiano distribuiscono le chirurgiche a prezzo calmierato, così come da giorni fanno ormai tante farmacie. In alcuni dei punti vendita, come spiega la Federazione Tabaccai, le mascherine chiurigiche a 50 centesimi saranno acquistabili in pacchetti da dieci anche presso i distributori automatici aperti h24. "Penso che la partita delle mascherine sia definitivamente risolta", commenta Arcuri con una punta di soddisfazione, ma con una serie di nuove questioni che si annuvolano all'orizzonte.
"Evitiamo che i reagenti diventino le mascherine della fase 2. Abbiamo fatto una richiesta nazionale e internazionale conclusa nei giorni scorsi. Il nostro obiettivo è arrivare da 60mila a 100mila tamponi al giorno", avverte il Commissario, tentando di sgomberare le nuove polemiche sorte attorno al mancato approvvigionamento di reagenti chimici per i tamponi. Su questo fronte si sono mossi già i grandi Paesi, portando quasi ad esaurimento i prodotti, che vanno da pochi euro fino ai 40 a seconda della tipologia di reagente.
E l'Italia, in attesa di linee guida nazionali dal Ministero della Salute e dal Cts sull'utilizzo dei tamponi, si prepara a fare un confronto tra le esigenze delle singole Regioni e le aziende per riuscire a capire i reali numeri del fabbisogno e la disponibilità dei kit. Sembra in dirittura d'arrivo anche la App Immuni sul monitoraggio dei contagi, "pronta a partire entro fine mese", per la quale - chiarisce - "non ci sarà alcun ritardo". Da lunedì, invece, partiranno con l'aiuto della Croce Rossa le chiamate ai cittadini per i primi 150mila test sierologici.
Il Commissario ha anche preso le distanze dalle responsabilità per il flop del sistema del clic day, che in pochissimo tempo ha portato all'esaurimento dei rimborsi nell'operazione 'Impresa sicura', per le imprese che hanno messo in sicurezza i propri lavoratori. "Non c'è stato alcun corto circuito o cattivo funzionamento del sistema. Non c'è stato alcun intoppo nel lavoro svolto da Invitalia. La modalità è stabilita da una norma del governo, che noi abbiamo attuato. Credo che ci sia la capacità di comprendere se questa misura va replicata o modificata. Non spetta a Invitalia deciderlo". Che in sintesi sembra voler dire: 'noi eseguiamo