Arangara, poesia e sonorità mediterranee, aspettando Dicembre 2019
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Catanzaro, 15 Settembre - Incontro con molto ritardo la poesia di Gianfranco Riccelli e le pregevoli sonorità degli Arangara, ma ne rimango immediatamente rapito. Accade casualmente, ascoltando via internet un brano pubblicato sei anni fa. Hanno sempre prodotto, sin dal 2005, musica popolare utilizzando il vernacolo come lingua fino al 2010, quando iniziano a credere che sia giunta l’ora di provare qualcosa di diverso. Si mettono in gioco e nasce “Grazia in punta di piedi…”, un album di dieci canzoni in lingua italiana, una bellissima sfida. Musiche composte interamente dal gruppo e testi scritti dal leader Gianfranco Riccelli con la collaborazione di autori del calibro di Claudio Lolli, Ernesto Bassignano e Gianfranco Manfredi. Lucio Dalla se ne innamora subito e decide di produrlo. La sua improvvisa dipartita, però, gli impedisce di farlo. C’è un altro amico che ha seguito i lavori e ha creduto in questo progetto, è Francesco Guccini, sarà lui a produrre questo disco nel 2013. La sua prima e unica produzione.
Un’opera che mantiene inalterato lo spirito delle esecuzioni dal vivo magistralmente riveduto per le esigenze di registrazione sui supporti digitali. Grazie alla massima cura nella scelta di ogni singola sonorità e all’utilizzo di strumenti tipicamente calabri, come tamburi a cornice, flauti di canna, zampogna e chitarra battente, dà un’impronta netta della cultura calabra. Pregevole è, però, la contaminazione di sonorità tipiche del resto del mediterraneo, attraverso l’utilizzo di strumenti quali il bouzouki o il clarinetto suonato in maniera balcanica. La poesia di Gianfranco affascina, seduce, entusiasma e riesce anche a commuovere.
“L’orizzonte sonoro è un porto di mare, in cui passano persone e culture molto distanti e lasciano una traccia” ci dice Mirco Mungari, musicista del gruppo che ha collaborato alla realizzazione del prodotto artistico, registrato a Bologna negli studi di Pasquale Murgante, con Daniele Ravano, Domenico Tigani, Fabio Schiavo, Andrea Boni, insieme alle voci femminili di Antonella Barberio e Donatella Rovico sotto la supervisione artistica di Flaco Biondini, chitarrista di Guccini.
“L’idea di questo progetto nasce da un incontro in cui sono stato ospite presso il Caffè Letterario “Mario La Cava” di Bovalino. Mi è stato donato il libro “Caratteri” di questo grande scrittore calabrese. Sono stati proprio i personaggi di questa opera a stimolarmi ed in particolare Grazia, che è la figlia di La Cava, che ha ispirato “Grazia in punta di piedi..” che dà il titolo all’opera, ci confida Gianfranco.
Tra i brani, oltre a “Grazia in punta di piedi..”, spiccano: “Specialmente di sera”, un testo già pubblicato da Claudio Lolli con il titolo “Torquato”, che Riccelli ha rimusicato, trasformandolo in una bellissima ballata, utilizzando violoncello, tamburi a cornice, chitarra battente e mandolino. Un’attenta e poetica analisi delle esigenze e delle aspettative dei giovani degli anni ’80;
“Il viaggio”, in cui il poeta rende omaggio a tutte quelle persone che, di fronte alle nuove sfide, non si tirano indietro e sono sempre pronti a partire, senza necessariamente doversi spostare dal luogo in cui vivono. Violoncello e fisarmonica ammaliano l’ascoltatore;
“I nostri padri”, in cui Riccelli trasforma un testo di Gianfranco Manfredi dedicato a suo padre in una poesia dedicata a tutti i padri calabresi musicata con violoncello e pianoforte;
grande emozione genera con il delicato lirismo del testo che dedica all’amico “Lucio” Dalla e con “C’era la luna a Portopalo”, ispirata da una poesia di Giuseppe Stillo scritta in seguito al naufragio del Natale del 1996 al largo di Portopalo (SR) in cui persero la vita 283 persone provenienti da India e Pakistan che sognavano un po’ di fortuna;
non manca una canzone di protesta contro i poteri forti e il mondo della finanza, “Apparimai”;
chiude ricordandoci, però, che “In fondo è una canzone”.
Prima di “Grazia in punta di piedi”, il gruppo ha pubblicato gli album “Arangara” 2008, “Terra di mari” 2010, e successivamente “Indietro non ci torno” 2016 e “Andrea e la montagna” 2018, con testi di Gianfranco Riccelli e la collaborazione di Claudio Lolli, Pierangelo Bertoli, Carlo Lucarelli, Ernesto Bassignano, Gianfranco Manfredi, Flaco Biondini e Stefano Benni. Musiche e testi che hanno fatto meritare numerosi premi, fra i quali segnaliamo il Premio Demo Rai 2010, come miglior gruppo etno/autorale sulla scena musicale italiana, e il Premio Mia Martini 2018.
Grande attesa per l’uscita, a Dicembre 2019, del nuovo album in cui Riccelli musicherà nove poesie del poeta catanzarese Felice Foresta.
“Io vissi un tempo in un paese molto povero…Ragazzi che non avevano niente altro che i giocattoli della natura: le forme che scoprivano nelle piante, nei fiori, nei frutti… I nostri tesori erano chiodi, bottoni, ciottoli del fiume, palline di vetro…. Dopo, fra quante cose ebbi mai, niente fu tanto mio. Se dovunque l’infanzia e l’adolescenza sono la primavera del mondo, in paesi come questi formano la stagione incantata. Qui i ragazzi percorrono gloriosamente le feste e le stagioni. Un campo arato da poco, i germogli di grano accarezzati dal vento, l’ombra delle grandi querce, le siepi di more, gli ulivi, i fichi d’india, gli aranceti, il canto delle cicale, il suono del mare, le lucciole nella notte quieta, le masserie, le povere case e le persone del borgo. Tutto sentivo che mi apparteneva e che era dentro di me”, questo è Gianfranco Riccelli e in questi luoghi è nata la sua poesia.
Aspettando Dicembre 2019…….
Saverio Fontana