Estero

Arabia Saudita, carcere per i giovani che combattono all'estero

 RIYAD (ARABIA SAUDITA), 4 FEBBRAIO 2014 – I cittadini sauditi che combattono in conflitti al di fuori del territorio nazionale potrebbero ricevere pene detentive cha vanno dai 3 ai 20 anni di carcere. È quanto si apprende da un decreto reale emanato dal re saudita Abdullah Bin Abdul Aziz, che punisce chiunque si ritrovi a supportare in ogni modo gruppi terroristici, materialmente o per semplice incitamento.

Il decreto è nato principalmente allo scopo di arginare il flusso di cittadini sauditi principalmente verso la Siria, e per debellare la preoccupazione che i combattenti possano rientrare in patria più “radicalizzati”. Il decreto infatti si sofferma sulla necessità, da parte del regno, di bloccare qualunque azione o linguaggio che possa mettere in pericolo o danneggiare la pubblica sicurezza, esponendo il paese a una deriva islamica, in termini di equilibri interni, internazionali, e nei rapporti con gli altri paesi arabi. Le pene si inaspriscono fino a 30 anni, per coloro che partecipano ai conflitti come ufficiali.

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Molti sauditi sembrano essere stati spinti ad affollare le fila dei ribelli siriani, ma con altri scopi. I combattenti che si sono infiltrati tra i ribelli siriani hanno anche generato il caos nell'opposizione anti-Assad, innescando guerre intestine e minando la ribellione.

Foto: aljazeera.com

Dino Buonaiuto