Cronaca

Apertura nuovo museo a Catanzaro. Un'opera di Luigi Verrino donata all'Associazione Karol Wojtyla

CATANZARO, 13 DICEMBRE 2013 - Si chiama “Aracne” ed è la prima installazione di grandi dimensioni dell’artista Luigi Verrino. Realizzata in ferro e vernice, è stata inaugurata nei giorni scorsi a Catanzaro. Essa costituisce la prima opera del museo d’arte contemporanea che, a breve, vedrà la luce a Catanzaro.

Il lavoro, donato dall’artista all’associazione culturale Karol Wojtyla, ricopre una superficie di oltre venticinque metri quadrati. Sviluppato in senso verticale, rappresenta il punto d’arrivo di quasi mezzo secolo di sperimentazioni artistiche. Cinquant’anni d’amore per l’arte, quelli di Verrino, spesi gomito a gomito con Maestri quali Fontana, De Chirico, Guttuso e Rotella. Una passione coltivata agli esordi con grande sacrificio.
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Come ha spiegato ai giornalisti lo stesso artista, nel corso della conferenza stampa indetta per il vernissage: «Ho iniziato a dipingere a sedici anni. Allora ero emigrato a Milano: lavoravo di giorno e disegnavo di sera. Seguivo i corsi alla Scuola d’Arte del Castello Sforzesco». Tornato nella sua città natale, Zagarise, e trasferitosi poi a Catanzaro, Verrino si è dedicato al collezionismo fondando la galleria Arte Spazio. Questo operoso ente espositivo ha promosso esposizioni di calibro internazionale attirando in Calabria, tra l’altro, Mark Kostabi e i fondatori della Transavanguardia. Memorabile la personale dedicata a Mimmo Rotella. Come ha ricordato Verrino ai giornalisti: «È stata l’ultima mostra di Rotella, personalmente curata dal Maestro, a pochi mesi dalla sua scomparsa».

Ampio spazio, nel corso dell’inaugurazione, è stato riservato al dialogo su “Aracne”. L’opera raffigura un gigantesco ragno; l’animale ha appena consumato il suo pasto, lo suggerisce una macchia rossa che si stende partendo dal centro della sua ragnatela. «Il soggetto- ha evidenziato nel corso del vernissage la giornalista Teresa Lara Pugliese- racchiude una molteplicità di significati. L’animale è un esempio positivo di pazienza: è abile nel costruire la sua trappola e nell’attendere la preda. Eppure è anche un essere spaventoso che rimanda alle paure ataviche dell’uomo. Freud lo ha ricollegato alla presenza ingombrante della madre. Secondo lo psicoanalista austriaco, infatti, chi sogna un aracnide ha bisogno di liberarsi dal peso della figura materna».
A confrontarsi con queste letture dell’opera è stato lo stesso artista che ha posto al centro della sua analisi la ragnatela: «Essa è metafora della crisi economica che avvolge, ingabbia, cattura l’Italia. Il rosso che cola sulla parete in cui ho posizionato l’installazione- ha spiegato Verrino- è il sangue della preda che il ragno ha sbranato. E quel sangue è la nostra sofferenza».
Nel corso della conferenza stampa è stato presentato il bozzetto della prossima opera che sarà donata alla Karol Wojtyla. Si tratta di “Smagliature del reale”, firmata da Rosa Spina.
L’augurio da parte di Arcangelo Pugliese, promotore di questa nuova proposta museale, è che tanti altri Maestri si possano contaminare nella “fucina” della Karol Wojtyla. Per stimolare un Sud che ne ha tanto bisogno.