"Don Chisciotte" incanta il pubblico del teatro Torre Marrana di Ricadi
Entra nel nostro Canale Telegram!
Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!
RICADI (CAPO VATICANO) - Il pubblico non ha saputo contenere l’entusiasmo. Lunghi e ripetuti plausi sono andati a Mariano Rigillo e alla sua straordinaria compagnia di attori che, sabato scorso, hanno calcato le scene del teatro Torre Marrana di Ricadi (Capo Vaticano) col "Don Chisciotte".
Lo spettacolo, inserito nell’ambito della seconda edizione della rassegna teatrale CapoArte (30 luglio – 1 settembre), ha inaugurato la stagione 2010 del Teatro Magna Grecia Festival (7 agosto – 14 settembre) il cui ricco cartellone è di incredibile interesse e coinvolgerà personaggi noti e meno noti del mondo dello spettacolo. La manifestazione itinerante porterà in scena spettacoli in ben dodici siti archeologici della Calabria, sotto la guida del Direttore Artistico Angela Spocci.[MORE]
L’opera di Miguel de Cervantes si è fatta materia duttile nelle mani sapienti di Mariano Rigillo che ha curato la regia e diretto con dovizia di mestiere il corpo di attori che lo accompagna. Da essi ha saputo estrapolare l’essenza di ogni personaggio che anima la rappresentazione: tutti si stagliano sul palco armoniosi, rafforzati dalla cura del dettaglio, dalla ricerca della sfumatura, dal giusto equilibrio che oscilla tra grottesco e senso del tragico. Quella messa in atto da Rigillo, Anna Teresa Rossini e Tonino Taiuti e dal resto del nutrito cast di attori (formato da Alessandra Borgia, Franco Castiglia, Paolo Cutuli, Luciano D'Amico, Davide D'Antonio, Antonio Monaco, Lorenzo Praticò, Barbara Santini, Patrizia Spinosi, Alfredo Troiano) è una prova eccellente, che coinvolge senza forzature.
Rigillo - chiaramente - ha riservato per sé il ruolo del ingenioso hidalgo Don Quijote de la Mancha, vestendone perfettamente i panni: bardato di sicura follia, nell’espressione dialettica e nella postura del corpo traballante ma sempre fiero, l’attore napoletano è il perfetto Don Chisciotte, il cavaliere errante più demodé e, allo stesso tempo, più contemporaneo di tutti i tempi della storia o almeno di quelli svoltisi da quando il personaggio vide per la prima volta la luce sotto la penna di Cervantes.
Lo spettatore viene catapultato nel fantastico mondo di Don Chisciotte, il cui punto di vista unico, esclusivo ci fa perdere l'esatta concezione della realtà. L’inesistente corrispondenza tra cose e parole conferisce a questo personaggio una dimensione tragica: le vicende cavalleresche ormai sono parole vuote, ma Don Chisciotte a causa della sua locura ("pazzia") non se ne accorge e cerca di ristabilire i rapporti fra realtà e libri. La pazzia è il modo di vedere il mondo con occhi diversi, non offuscati dalle idee e dai condizionamenti sociali e noi, osservandolo osservare con quegli occhi che attraversano il tempo per giungere a sfiorare l’infinito, siamo ben felici ed entusiasti di lasciarci trascinare dalla medesima forma di pazzia.
In una società in piena decadenza Don Quijote diventa personaggio emblematico della protesta e del rifiuto ad adattarsi a modelli che la società impone, esprimendo il suo potenziale eversivo nella libertà di volersi e potersi rappresentare in un mondo che sembra non avere posto per lui.
Lo spettacolo allestito da Mariano Rigillo è tratto, attentamente e rispettosamente, dalla seconda parte del famoso capolavoro di Miguel de Cervantes. L’allestimento pone l’attenzione sulle avventure narrate nella seconda parte del capolavoro di Cervantes, che ha inizio con l’invito a Don Quijote e Sancio Panza, da parte della principessa Altisidora, di trascorrere alcuni lieti giorni al Palazzo del Duca. Don Chisciotte e il suo fedele scudiero, dopo essere stati oggetto di una serie di crudeli beffe, abbandoneranno il castello per riprendere le loro avventure che si concluderanno con l’entrata in scena della straordinaria figura del Cavaliere della Bianca Luna, che sfiderà a duello Don Chisciotte, lo vincerà, lo catturerà e lo ricondurrà nella sua casa della Mancha. Qui il povero Hidalgo, rispettando la parola data al vincitore, dovrà vivere fino alla fine dei suoi giorni, rinunciando alla bella utopia di cavaliere errante (“fu per lui la gran ventura morir savio e viver matto”).
Le vicende legate al secondo volume del romanzo, edito nel 1615, sono pagine di fuoco in cui Cervantes difende oltremodo gli ideali di giustizia, di cortesia, di difesa degli oppressi sintetizzati nel personaggio di Don Chisciotte e li riafferma contro gli attacchi, le storture ed i tentativi di plagio inflitti dai suoi contemporanei. Il suo eroe, a differenza di quanto accade nel primo volume, pubblicato dieci anni prima nel 1605, è vittima delle beffe di quanti nel suo nuovo viaggio lo incontrano riconoscendolo come il folle che si crede un cavaliere errante.
Il Don Chisciotte di Rigillo, oltre a vantare un adattamento dell’opera di Cervantes interessante quanto magistrale sommato all’elevato spessore artistico della performance sua e del cast di attori, merita di essere tributato anche per le musiche – eseguite dal vivo – di Nicola Piovani, le scene di Paolo Petti, i costumi di Annamaria Morelli e il disegno luci di Gigi Ascione.
Il prossimo spettacolo previsto dal cartellone del CapoArte avrà luogo sabato 14 agosto alle ore 21.00 al teatro di Torre Marrana, come di consueto. andrà in scena lo spettacolo "97Hz", di Alessandro Olla.
Acquisto e ritiro biglietti presso:
Centro Congressi G.Berto
Via Provinciale Ricadi (VV)
dal lunedì al sabato dalle 11:00 alle 13:00
o direttamente al botteghino di Teatro Torre Marrana
un'ora prima dello spettacolo.
[è consigliato l'acquisto preventivo dei biglietti]
info e prenotazioni:
www.dracma.org [email protected] tel: 327 575 88 15