Interviste
Antonella Biscardi: un metro di solitudine - La suggestione Intervista di Alessandra Mele
Ciao Antonella eccoci al nostro secondo appuntamento. Nel tuo libro c’è un capitolo che parla di suggestione. Come mai hai voluto affrontare questo argomento?
Quando sei condizionato da suggerimenti, imput e indicazioni continue e costanti può subentrare la suggestione.
Nel capitolo mi riferisco in particolare a come in questo periodo di isolamento le persone vengano suggestionate dall’esterno.
Le tante parole dette in tutti questi giorni hanno portano fatti importanti, ma hanno anche lasciano incertezze e dubbi.
Tante le verità “non dette” che chissà se dopo verranno “dette”.
Allora ecco che la parola “ suggestione” assume una grande importanza.
Vogliono “suggestionarci”? Non vogliono farci ragionare?
Ti annoto una frase di Santiago Ramón y Cajal che apre il capitolo e che mi ha spinta a scrivere e a riflettere sul condizionamento della suggestione.
"Ragionare e convincere?
com’è difficile, complicato e laborioso!
Suggestionare?
com’è facile, veloce ed economico!"
Lasciamo anche i lettori riflettere su questo, se vogliono, e aggiungiamo un estratto di questo capitolo a fine intervista, cosicché possano capirne meglio il senso.
Secondo te chi causa suggestione e perché?
Bisogna considerare che i nostri mezzi di comunicazione oggi usatissimi e seguitissimi hanno sempre inviato messaggi subliminali. Pensiamo banalmente alla pubblicità, ripetuta a tappeto in tutte le reti tv, radio e web. Alla fine se si ha un mal di pancia si pensa al prodotto più pubblicizzato o se si deve acquistare un divano si pensa a quell’altro, e così via per ogni cosa.
Ecco, già oggi la pubblicità è cambiata nel giro di un mese, mentre il mondo è fermo, i messaggi pubblicitari sono cambiati, “qualcuno” ha continuato a lavorare per noi. “Rimanete a casa sereni!... ci siano noi a lavorare per voi, noi curiamo il tuo mal di pancia, noi facciamo il tuo nuovo divano”, lanciando messaggi di serenità.
Cosa voglio dire? Che subiamo inconsciamente messaggi che ci dicono cosa è meglio per noi.
Ecco la suggestione.
Ovviamente non tutti la subiscono, fortunatamente, ma è il mezzo più forte per condizionarci.
Nel capitolo citi una frase di Jung che esprime il concetto che socialmente siamo facilmente suggestionabili e suscettibili di contagio mentale.
Sì, l’analisi di Jung mi porta a pensare su come in questo periodo di così grande cambiamento siamo maggiormente esposti alla suggestione e da quello che Jung definisce il "contagio mentale". È un po’ come avere due contagi in atto: quello del “Covid 19” e quello “dello stato”.
Come ne usciamo allora intrappolati in "due mali del secolo"?
Al Covid rispondiamo stando in casa e con regole ben precise. Al contagio mentale dobbiamo reagire, attivare le nostre "antenne" e discernere le notizie.
Mi hai dato spunto per farti una domanda: Cosa pensi delle "fake news"? Sono legate al condizionamento?
Bella domanda!
Quelle fanno parte del moderno mondo di informazione tecnologica, non controllate purtroppo da nessuno. Tutti scrivono sul web, anzi tutti scrivono, ovunque, di tutto.
È il prezzo da pagare alla libertà di stampa.
Bisogna leggere attentamente, documentarsi o vivere meno attaccati ai dispositivi tecnologici.
Per concludere questa nostra chiacchierata, hai un consiglio da dare ai nostri lettori?
Quando la mattina mi sveglio penso che mi aspetti un nuovo giorno dove io possa costruire quello che desidero, dove io sono al comando. E mi guardo attorno fiduciosa che sarà migliore del giorno prima.
Ma questo è il mio modo di sentire non è detto sia quello giusto.
Il consiglio è: non lasciarsi suggestionare, sapere che il futuro è nelle nostre mani.
Grazie Antonella, allora lasciamo i lettori con uno stralcio del capitolo "La suggestione" dal tuo libro Un metro di solitudine.
Grazie a te, Alessandra, un saluto a tutti e buona lettura!
#fiducia #consapevolezza #sentimenti #speranza #unmetrodisolitudine
Antonella Biscardi
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Morrone editore
Alessandra Mele
Estratto da "La suggestione"
Quante parole hanno riempito questi tanti, interminabili, oziosi, rabbiosi, indimenticabili giorni.
Si è detto tutto e il contrario di tutto.
Si è fatto tanto e nulla.
Siamo passati da diverse fasi: l’incoscienza, la conoscenza, l’accettazione, l’adattamento, l’isolamento, la paura, la speranza. Ogni giorno è attendere quello che si decide per noi, come in tempo di guerra si attendeva l’echeggiare della voce dagli
altoparlanti nelle piazze che informava il popolo.
Uguale. Oggi a reti unificate si comunica cosa si sta facendo per noi, come dobbiamo difenderci e come dobbiamo affrontare il difficile momento.
Noi, portati a ragionare o suggestionati?
Jung diceva:
L’uomo ha una facoltà che per gli intenti collettivi è utilissima,
e dannosissima per l’individuazione: quella di imitare.
La psicologia sociale non può fare a meno dell’imitazione, perché senza di essa sono impossibili le organizzazioni di massa,
lo Stato e l’ordine sociale; non è, infatti, la legge che fa l’ordine sociale, ma l’imitazione, concetto che comprende anche la suggestionabilità, la suggestione e il contagio mentale.
Questa analisi di Jung mi porta a pensare su come in questo momento siamo tutti esposti alla suggestione e al contagio mentale.
Come dire che subiamo due contagi, quello globale, al momento ingovernabile, e quello “dello stato” indotto per mantenerci sicuri nel nostro metro quadro.
In questo momento, ci imitiamo e suggestioniamo collettivamente: tutti lo fanno, devo farlo anche io per il bene pubblico.
Di fatto siamo inermi, chiusi in casa, soli a proteggerci.
Sono convinta che questa guerra la stiamo combattendo – e la vinceremo – noi sul divano e le persone in prima fila a rischiare la vita.
Le tante parole dette, hanno portano fatti importanti, ma hanno anche lasciano tante incertezze e dubbi.
Tante le verità “non dette” che chissà se dopo verranno “dette”.
Allora ecco che la parola “ suggestione” assume una grande importanza.
Vogliono “suggestionarci”, non farci ragionare.