Interviste
Antonella Biscardi: Il Calcio nella Rete va in standby e vi spiego perché
ROMA, 17 sett. - Ci ha molto sorpreso la notizia, appresa direttamente dalle pagine social della dott.ssa Antonella Biscardi, della decisione di mettere il programma “Il Calcio nella Rete” in standby. Dopo il successo della scorsa stagione, c’era grande attesa tra i fruitori della TV in chiaro. L’abbiamo subito contattata per capire quali sono i reali motivi.
Il Calcio nella Rete va in standby. Dott.ssa Biscardi può spigarci perché?
È stato un anno bellissimo, appagante e di grande crescita, in cui abbiamo costruito una squadra professionale, sinergica e pronta a mettersi in gioco con temi di attualità e cultura legati al calcio.
Professionisti che hanno sempre affrontato argomenti di calcio giocato e professionisti di altro settore. Insieme abbiamo dato vita ad un programma di calcio “diversamente sportivo”, innovativo, che ha ottenuto un ottimo successo su tutto il territorio nazionale. Ben 45 puntate.
Allora perché fermarsi?
È un progetto che merita di più, di avere possibilità di crescita. E al momento non c’è.
Il mercato televisivo è “full” di trasmissioni di tifo, di confronti accesi sulle squadre del cuore, sui risultati, sulle notizie di mercato, su ciò che fa “rumors” e non rischia su un programma più ragionato, analitico e legato agli aspetti di costume e cultura. Il calcio ha regole ben precise. Il calcio cultura, purtroppo, non esiste.
Eppure al programma è stato chiesto di aumentare le puntate, di andare in onda anche durante Euro 2020. Gli ascolti sono stati notevoli. Ci aiuti a capire come funziona il mercato televisivo.
Grazie per questa opportunità di spiegare certi meccanismi sconosciuti ai non addetti ai lavori.
Ho trovato la rete, Gold TV, alla quale sono molto legata da una sincera e profonda amicizia. Gli è piaciuta l’idea e mi ha dato spazio nella programmazione.
Ho dovuto, però, affrontare il costo dello studio.
Come? Con coperture economiche, le cosiddette sponsorizzazioni.
Nessuno forse avrebbe rischiato ma il nostro team ci ha creduto, abbiamo coperto le spese e siamo partiti.
Ci vuole un grande team per raggiungere l’obiettivo, puoi avere una grande idea ma occorre una grande squadra per realizzarla.
I guadagni?
Ognuno ha messo in campo la propria competenza e ha rischiato per sperimentare qualcosa di nuovo. Bellissima complicità d’intenti.
L’ascolto ci ha premiati.
Il programma è stato messo su una piattaforma streaming e mandato in onda da quasi tutte le tv regionali, ma nessuno lo ha pagato. Tutte le reti dovevano “capire il prodotto”.
Ecco perché oggi li metto in pausa, non ci sono state perdite, che già è tanto per una produzione propria, ma i guadagni quasi nulli.
E per sperimentare, farti conoscere va bene, ma dopo un ottimo riscontro non si può andare avanti navigando a vista.
Non è certo a corto di lavoro. La sua giornata è interamente impegnata da una nuova iniziativa. Come sta andando?
Alla grande. Interesse, collaborazioni e adesioni crescono giorno per giorno intorno al Premio Aldo Biscardi.
Sarà questa l’occasione per “fare cultura”, aiutare i giovani a crescere nel campo della comunicazione e nello sport e aggregare persone che credono che popolare sia anche cultura.
Il nostro hashtag è #aldoditutti, proprio perché la sua popolarità era dovuta anche alla sua genuinità, all’amore per la gente.
Ha raccontato che suo padre le diceva: «sei troppo di nicchia il calcio è tifo».
Verissimo!
Quando gli proponevo un ospite o vedeva per caso un mio servizio o una trasmissione lo diceva puntualmente.
Io ho sempre compreso il suo modo di pensare, infatti l’ho accompagnato per anni nel suo genere.
Ho voluto continuare a provare, mettere in atto la mia idea, più volte a dire il vero, e ha sempre funzionato molto bene, con gli ascolti a dimostrarlo.
Che consiglio le avrebbe dato in una situazione come quella di oggi?
Se ci credi Andone’ continua, ma segui sempre gli umori della gente!
Saverio Fontana