Interviste
Antonella Biscardi e il campionato di serie A, commenti e progetti
Roma, 21 Agosto - Antonella Biscardi, giornalista, autrice, ideatore, conduttore e produttore televisivo, è reduce dal grande successo del suo programma “Il calcio nella rete”, che si è protratto fino alla fine di Euro 2020. Nell’occasione dell’inizio del campionato di serie A, l’abbiamo raggiunta in uno dei suoi ultimi giorni di vacanza per parlare di progetti e di cosa pensa riguardo il prossimo campionato e sul calcio di oggi in generale.
Dott.ssa Biscardi, fra Europei di calcio, Tennis e Olimpiadi, come è stata la sua estate sportiva?
Con “Il calcio nella rete” sono andata in onda fino alla fine degli Europei festeggiando la vittoria della Nazionale, il primo europeo alla conduzione di un mio programma. Una soddisfazione immensa. Dopo questo, ho spento la tv e mi sono concessa una pausa. Tutto lo sport a seguire è arrivato ovattato e senza pathos, ma con attenzione ai risultati ovviamente da buona sportiva.
Oggi inizia il campionato di serie A, quali sono le sue considerazioni?
Intanto veniamo da un europeo vinto, quindi siamo predisposti a vedere un buon calcio. Il valzer degli allenatori renderà più agguerrita e avvincente la lotta per la vittoria finale. Poi il cambio di piattaforma da Sky a DAZN ci metterà di fronte a modalità di fruizione diverse. Molti volti si sono spostati, altri non ci sono, altri ancora arrivano. Tutto ciò mi incuriosisce molto.
La vittoria agli Europei servirà, secondo lei, da lezione alle società di serie A o i nostri giovani faticheranno ancora a trovare spazio?
Al calcio sembra non servire nessuna lezione, né in vittoria né in sconfitta, marcia in un suo mondo parallelo dove regna il business. Basta guardare i trasferimenti dei vari calciatori.
Mi auguro ovviamente che si coltivino i vivai e si punti di più sui nostri giovani.
Andiamo verso un mondiale e serve una forte Nazionale. Speriamo di avere, quindi, a disposizione un bacino da cui poter attingere qualche altro giovane che possa rinforzare ulteriormente questo gruppo fantastico.
Lei parla sempre di “Diversamente sportivo”, cosa intende?
Spesso i “calciofili” mi chiedono: «Ma.. cosa vuoi dire? A chi ti rivolgi?»
"A chi ama il calcio, senza fazioni, azzuffaglie, rabbia". È la prima risposta.
Poi c'è il ragionamento più profondo, quello del cuore, della conoscenza, della passione. Quello che vorrebbe ricordare sempre da dove veniamo e dove stiamo andando. La mia anima romantica cerca sempre di associare all’aspetto tecnico quello dei sentimenti. Il calcio è espressione della nostra vita e come tale è ricco di passione, emozioni, amore ma, a volte, possono regnare anche timori, nostalgia, frustrazione o altro. Inoltre ad esso sono legati aspetti come l’alimentazione, la cura dell’aspetto fisico, i tatuaggi e tante altre cose. Ad esempio abbiamo dedicato una trasmissione alla solitudine dei numero 1, i portieri, e quanto successo a Donnarumma in finale agli europei, che non si è accorto che avevamo vinto, la dice lunga su questo tema. Questo è il mio modo di vedere il calcio.
Può anticiparci quali sono i suoi progetti?
Sicuramente riprendere “Il calcio nella Rete”, è andato molto bene e la nostra “squadra” ha ancora tante cose da dire e sperimentare. Organizzerò anche un premio giornalistico per i giornalisti radio-televisivi a nome di mio padre.
E poi scrivere il mio prossimo libro. Ho passato le mie vacanze in modo molto “evocativa di luoghi e ricordi” e ho preso molti appunti.
Sarà un altro viaggio nei sentimenti.
Cosa si sente di augurare ai suoi colleghi che iniziano oggi il loro lungo anno di impegni?
Di lavorare sempre con passione, spirito di gruppo e verità, senza faziosità. Che riescano a mettere in evidenza soprattutto i valori di cui questo sport fantastico è ricco.
Un ultima domanda, personale, quando vede il VAR all’opera e pensa al suo papà, Aldo Biscardi, quali sono i suoi sentimenti?
Gioia, fierezza, amore. Gioia perché ogni volta mi ricorda la lunga battaglia di mio padre e mi rende felice il pensiero che finalmente ha vinto. Ricordo a “Quelli che il calcio” quando portavamo grandi libri verdi dove raccoglievamo le firme dei tifosi per chiedere la moviola in campo. Oggi questi documenti sono al museo a lui dedicato.
Fierezza per quello che sono. Lo devo a tutto quello che mi ha insegnato.
Amore per lui e per lo sport che ha scandito i momenti più importanti della nostra vita.
Saverio Fontana