Economia

Antitrust apre istruttoria su Facebook per pratiche scorrette

MILANO, 7 APRILE - In seguito al caso Cambridge Analytica, lo scandalo che ha coinvolto Facebook a livello mondiale per la diffusione e l’utilizzo improprio dei dati personali di alcuni suoi utenti, l’autorità antitrust ha annunciato l’apertura di un’istruttoria su Fb per informazioni ingannevoli su raccolta e uso dati.[MORE]

Questo è quanto si legge in un tweet dell’Autorità citando un’intervista a Sky tg24 del presidente Giovanni Pitruzzella. Il social network avrebbe adottato una informativa priva di immediatezza, chiarezza e completezza, in fase di registrazione alla piattaforma Facebook, con riferimento alle modalità di raccolta e utilizzo dei dati dei propri utenti a fini commerciali, incluse le informazioni generate dall’uso da parte dell’utente Fb di app di società appartenenti al gruppo dell’accesso a siti web/app di terzi.

“Quando ci iscriviamo a Facebook, spiega Pitruzzella, sulla home page troviamo un messaggio che dice che il servizio è gratuito e lo sarà sempre. Ma il consumatore non è messo in grado di sapere che al contrario cede dei dati, per i quali ci sarà un uso commerciale, come dimostrano anche le recenti vicende”."Si tratta, ha proseguito, di problematiche nuove che involgono vari profili: c'è un profilo di tutela della privacy, per cui il regolatore di settore, l'Autorità per la privacy, nazionale e europea, sta intervenendo; c'è un profilo di nuove regole, occorrono regole adeguate ai tempi a cui sta pensando l'Autorità per le Comunicazioni, c'è poi un profilo di tutela del consumatore. Noi siamo stati chiamati a intervenire dalle associazioni di tutela del consumatore, e riteniamo che i messaggi devono essere chiari, precisi, non ingannevoli, su cosa le piattaforme come Facebook fanno della nostra identità digitale".

Secondo l’Autorità tali comportamenti potrebbero integrare due distinte pratiche commerciali scorrette in violazione degli artt. 20,21,22, 24 e 25 del Codice del Consumo in quanto Facebook non informerebbe adeguatamente e immediatamente, in fase di attivazione dell’account, l’utente dell’attività di raccolta e utilizzo, a fini commerciali, dei dati che egli cede. Inoltre Facebook avrebbe esercitato un indebito condizionamento nei confronti dei consumatori registrati, i quali, in cambio dell’utilizzo del social network, presterebbero il consenso alla raccolta e all’utilizzo di tutte le informazioni che li riguardano, in modo inconsapevole ed automatico, tramite un sistema di preselezione del consenso e a mantenere lo status quo per evitare di subire limitazioni nell’utilizzo del servizio in caso di deselezione.

Fonte immagine: nuovaresistenza.org

Alessia Panariello