Estero
Anna Politkovskaja, azzerato il processo
MOSCA, 14 NOVEMBRE 2013 - Nessuna giustizia ancora per l'assassinio della giornalista Anna Politkovskaja, uccisa nel 2006 nell'ascensore del suo appartamento a Mosca. Tre giudici popolari hanno dato forfait, ufficialmente per motivi di lavoro e portando la giuria sotto quota 12, il numero legale per permettere lo svolgimento del processo. [MORE]
Le motivazioni dei giudici lasciano un po' l'amaro in bocca, dato che la giuria era stata nominata solo al terzo tentativo a causa delle numerose rinunce. Al 14 Gennaio la nomina della prossima giuria popolare.
L'assassinio di Anna non ha ancora mandanti. Non vuole avere mandanti. Durante il primo processo avvenuto il 19 febbraio 2009, dopo 12 ore di camera di consiglio, i 12 giurati emisero una sentenza di assoluzione, per insufficienza di prove, nei confronti inizialmente di quattro imputati: Sergei Khadzhikurbanov, ex dirigente della polizia moscovita, accusato di essere l'organizzatore del delitto, due fratelli ceceni Dzhabrail e Ibragim Makhmudov definiti i presunti "pedinatori" della Politkovskaja ed il tenente-colonnello Pavel Ryaguzov, uomo facente parte dei servizi russi (FSB). Pochi mesi dopo, Il 25 giugno 2009 la Corte Suprema russa ha annullato la sentenza, accogliendo il ricorso presentato dalla procura.
Attualmente gli imputati sono cinque: Sergei Khadzhikurbanov ancora indagato ed ai due fratelli ceceni se ne aggiunge un terzo, Rustam Makhmudov ed uno zio Lom-Ali Gaitukayev, il quale durante il primo processo era stato sentito solo come testimone. In un processo stralcio, l’ex poliziotto Dmitri Pavliuchenkov, pur collaborando con la giustizia, è stato condannato a 11 anni di carcere duro per aver pedinato la vittima, partecipato all’organizzazione del delitto e fornito l’arma al killer.
Sinistra coincidenza vuole che la Politkovskaja venne assassinata il giorno del compleanno del Presidente Vladimir Putin, fortemente denunciato dalla giornalista a causa delle sue violazioni dei diritti umani durante la guerra in Cecenia. Putin forse temendo possibili e comprensibili collegamenti da parte dell'opinione pubblica, due giorni dopo la morte commentò dicendo che «chiunque abbia commesso questo crimine, qualunque sia stato il suo movente, si tratta di un crimine orribilmente crudele. Il suo omicidio ha fatto più danni delle sue pubblicazioni. Chiunque sia stato non resterà impunito.» Ma una domanda sorge spontanea ora, a sette anni dall'omicidio, dove sono gli assassini? Ancora impuniti.
I nazionalisti, invece, festeggiarono senza scrupoli la morte di Anna. Di fronte a questi "macabri" festeggiamenti il giornalista Oleg Kashin fece sentire la sua voce affermando che "solo degli animali possono gioire di fronte ad una morte del genere."
Nessuna giustizia, ancora una volta la verità viene sottorrata, uccisa come vengono uccise le voci che cercano di metterla alla luce, di darle un posto nel mondo affinché tutti possano vederla. Ancora una volta, l'ingiustizia fa il suo macabro corso.
(immagine da thedarksideofthemedia.blogspot.com)
Rossella Assanti