L'esperto risponde
Animali domestici e Condominio, una non facile convivenza
10 LUGLIO 2014 - Le “relazioni affettive” tra uomini e animali domestici riguardano un crescente numero di persone. Ciò crea talvolta l’insorgere di problematiche tra chi ama avere con sé una bestiola “da compagnia” e chi invece ha un’altra “filosofia” di vita e magari non sopporta di dover incrociare ( o “sentire”) animali nel proprio habitat di residenza. Habitat che per molti è costituito dai moderni condomini dove la carenza di spazi è di per sé capace di creare potenziali conflitti.
Prima della riforma della legislazione in materia condominiale del 2012, era possibile l’approvazione di regolamenti condominiali che ponessero dei “veti” ai condomini riguardo al tenere animali “domestici” nella propria abitazione privata, ora non più. La normativa prevede infatti che un tale genere di divieto non sia legittimo. Questo per quanto riguarda le singole abitazioni. La disciplina delle aree comuni condominiali, invece, non si è occupata direttamente di questo aspetto.[MORE]
Tuttavia, appare naturale che una conseguenza della libertà assoluta del condomino di avere animali nella propria abitazione sia quella che neppure si potrà impedire al condomino di usufruire della parti comuni insieme al suo animale. Ovviamente, ciò andrà fatto senza ledere i diritti degli altri condomini. Secondo un’interpretazione prevalente della normativa, sarebbero quindi nulli anche i regolamenti in vigore da prima del 2012, che contenessero divieti in tal senso In realtà le cose non sono tanto semplici per tutti gli animali che si volessero tenere con sé.Una cosa è tenersi in casa un cagnetto, altra un galletto starnazzante o un asinello.
La legge non definisce la nozione di animale domestico e questa è sicuramente una lacuna di rilievo. In mancanza di una definizione normativa, per animale domestico è allora verosimile intendere l’animale da compagnia, cioè quello che è consuetudine avere con sé per ragioni affettive. Un discorso a parte va poi fatto per la rumorosità dell’animale, che rientra nella disciplina dei rumori molesti che è dovere del condomino non creare. Vada allora per il cane in casa, ma il can che abbaia…troppo…potrebbe invece dar vita a legittime contestazioni da parte dei condomini con l’udito più sensibile.
avv. Raffaele Basile