Politica
Andreotti, omicidio Ambrosoli: "Se l'andava cercando"
ROMA – Andreotti continua a fare notizia. Il senatore a vita Giulio Andreotti, protagonista assoluto per lunghi decenni della storia politica italiana, intervistato da Gianni Minoli per “La Storia siamo noi”, nella puntata - in onda stasera su Rai2 - dedicata a Giorgio Ambrosoli, l’avvocato milanese nominato liquidatore della banca privata italiana, l’impero economico di Michele Sindona.
Esperto in liquidazioni coatte amministrative, Ambrosoli fu ucciso la sera dell’11 luglio 1979 a Milano da un sicario venuto da New York, ingaggiato dal banchiere Michele Sindona che, per il suo omicidio, fu condannato all’ergastolo (insieme a Roberto Venetucci) il 18 marzo 1986. Ambrosoli fu insegnito della medaglia d’oro al valor civile.[MORE]
"Alla domanda sul perchè Ambrosoli sia stato ucciso, il “Divo” risponde così: "Questo è difficile, non voglio sostituirmi alla polizia o ai giudici, certo è una persona che in termini romaneschi se l’andava cercando".
"Quella di Andreotti è una frase che si commenta da sola", è il commento di Umberto Ambrosoli, il figlio minore dell'avvocato all'Agi. "Andreotti è perfettamente coerente con la propria storia, con il processo di Palermo, con il processo per l’omicidio di mio padre. Ciascuno, con questa frase, potrà arricchire il proprio giudizio su quella storia, su quegli anni e sui suoi protagonisti. Per il resto, è superflua qualsiasi altra considerazione", conclude Ambrosoli jr.
Andreotti è stato imputato in un lungo processo accusato di avere legami con la mafia. La sentenza è ancora oggetto di polemiche e controversie, visto che non c’è stata una vera e propria assoluzione, ma per i fatti precedenti al 1984 Andreotti ha goduto della prescrizione.