Cronaca

Ancora luci e ombre nella sanità pugliese

LECCE, 7 SETTEMBRE 2013 - Ancora una volta luci e ombre per la sanità pugliese. Nel giorno della presentazione della nuova struttura all’interno del Polo ospedaliero del “Vito Fazzi” che tra un paio d’anni affiancherà i due plessi esistenti, non mancano i mal di pancia.

A cominciare dal governatore Nichi Vendola che non ha digerito il ridimensionamento delle legittime aspirazioni del territorio in tema di sanità imposto dal Patto di stabilità. Se da un lato l’applicazione del piano di rientro 2010-2012 ha permesso di sanare il bilancio, dall’altro ha comportato un taglio netto in strutture, servizi e posti di lavoro. Con la conseguenza di ottimizzare le risorse ricercando “soluzioni alternative”, quali accorpamenti, riconversione dei piccoli presidi ospedalieri e potenziamento della rete assistenziale territoriale. In tale ottica, l’azienda sanitaria locale, in base all’Accordo di programma integrativo del 2007, sottoscritto dalla Regione di concerto con i ministeri della Salute e dell’Economia, è stata ammessa a percepire il finanziamento che permetterà di trasferire ben 490 posti letto in aree ad elevato impegno assistenziale. [MORE]

Il piano di lavoro è stato presentato dal progettista Romano Del Nord che ha illustrato nel dettaglio la composizione del nuovo polo di eccellenza che avrà al suo interno un dipartimento del servizio Emergenza, con un trauma center, aree di medicina intensiva, rianimazione, medicina iperbarica, patologia cardiovascolare, un dipartimento di diagnostica per immagini, un’ area centro ustionati ed il centro trapianti.

«Se in tre anni la sanità pugliese è stata decapitata per effetto di scelte nazionali irrazionali – ha detto Vendola – è arrivato il momento di tornare a considerare la salute non un costo, ma un’occasione d’investimento a beneficio della società. Questa è una battaglia politica fondamentale, che si fonda sul diritto costituzionale alla salute. Possiamo e dobbiamo fare molto di più».

Le reazioni alle parole del governatore non si sono fatte attendere. Il capogruppo regionale del Pdl, Rocco Palese, ha richiamato Vendola alle proprie responsabilità: «Se da un lato ci fa ovviamente piacere che si sia fatto un altro passo avanti per la realizzazione del nuovo plesso del “Vito Fazzi”, dall’altro non si può non sottolineare che il governo Vendola su questo e su tutta la programmazione della sanità pugliese è in ritardo di otto anni e mezzo. Il disastro della sanità pugliese, e di quella salentina in particolare, è sotto gli occhi di tutti: liste d'attesa chilometriche, reparti e ospedali chiusi per ferie, tasse regionali aggiuntive che ancora per tutto il 2013 pesano nelle tasche dei cittadini per ben 270 milioni di euro, medicina e servizi territoriali deboli quando non assenti. Di questa situazione il presidente Vendola, dopo otto anni e mezzo di suo governo alla Regione, ha incolpato il governo nazionale per presunti tagli del Fondo sanitario ed imposizioni del Piano di rientro. La responsabilità, invece, è tutta in capo a Vendola che se avesse rispettato parametri ed intese nazionali, piuttosto che accumulare ritardi ed inadempienze, non avrebbe avuto alcun bisogno dei tagli».

Sulla questione è intervenuto anche il sindaco di Lecce, Paolo Perrone, il quale, pur garantendo la massima collaborazione, ha voluto comunque esternare le sue perplessità: «Sarei stato più lieto di festeggiare il taglio del nastro della nuova struttura, più che la presentazione astratta del progetto. Si é scomodato perfino il governatore Vendola per celebrare questo momento, quasi dimenticando che a otto anni dal suo primo insediamento, proprio la sanità rappresenta la sua più pesante sconfitta. Il livello di molte strutture é sufficiente soltanto grazie alla dedizione e alla passione dei tanti uomini e donne che prestano il loro servizio, colmando le lacune di un sistema generalmente deficitario. Il mio punto di vista non è quello di massima autorità sanitaria locale, ma di rappresentante di questa comunità, di istituzione pubblica e di visitatore dei numerosi reparti del nostro presidio ospedaliero. Come tutti territori di periferia, anche questa città e questa provincia hanno sofferto di un forte ridimensionamento delle risorse e del conseguente riassetto del sistema. Mi chiedo: è rispettoso nei confronti delle comunità che amministriamo parlare di nuovi poli di eccellenza quando i “preesistenti” versano in una perenne condizione di emergenza e necessitano di interventi urgenti? Siamo convinti che tutte le scelte operate nella sanità pugliese siano state le migliori? Siamo certi che in questi anni le risposte al bisogno della gente siano state le più idonee e ponderate? Onestamente non ne sono convinto».

(foto: http://www.ilpaesenuovo.it/)

Massimo Alligri