Politica

Anac, il consiglio dei ministri ridimensiona poteri a Cantone: è polemica

ROMA, 20 APRILE- È stato cancellato con un netto tratto di penna il comma 2 dell’articolo 211 del codice appalti che consentiva all’Autorità nazionale Anticorruzione di intervenire prima della magistratura in casi di grave irregolarità.[MORE]


Ad approvare i nuovi assetti del codice degli appalti con integrazioni e correzioni è il consiglio dei ministri, che ha definitivamente annullato i poteri che autorizzavano Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, ad intervenire in alcuni casi straordinari senza essere preceduto dal giudice ordinario.


La legge che delegava il presidente era stata approvata solo un anno fa, in seguito agli scandali suscitati da Mafia Capitale ed Expo, e affermava chiaramente :” Qualora l’Anac, nell’esercizio delle nuove funzioni, ritenga sussistente un vizio di legittimità in uno degli atti della procedura di are invita mediante atto di raccomandazione la stazione appaltante ad agire in autotutela e rimuovere altresì gli eventuali effetti degli atti illegittimi, entro un termine non superiore a 60 giorni. Il mancato adeguamento della stazione appaltante alla raccomandazione vincolante dell’Autorità entro il termine fissato è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria.”


La legge era stata recentemente rivisitata per dei miglioramenti ma il comitato stampa del Cdm di giovedì 13 aprile nella nota diffusa da Palazzo Chigi non aveva fatto nessun riferimento a questa modifica sostanziale:” Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni e del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Graziano Delrio, ha approvato, in esame definitivo, un decreto legislativo correttivo del Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture. L’intervento apporta modifiche e integrazioni al Codice, volte a perfezionarne l’impianto normativo confermandone i pilastri fondamentali, in modo da perseguire efficacemente l’obiettivo dello sviluppo del settore.”


“All’articolo 211 del decreto legislativo del 18 aprile 2016, n. 50, sono apportate le seguenti modificazioni: al comma 1, primo periodo, dopo le parole ‘esprime parere’ sono inserite le seguenti: ‘previo contraddittorio’. Il comma 2 è abrogato” è questa la dicitura che modifica la precedente legge.

Rimane il mistero su chi ne sia stato fautore e Stefano Esposito e Raffaella Mariani, i due relatori del codice in commissione Lavori Pubblici del Senato, hanno contestato all’Huffington Post:” Questa soppressione è un atto grave e i responsabili devono assumersene la responsabilità. Siamo di fronte a una violazione del rapporto tra Parlamento e governo, con l’abrogazione di uno strumento innovativo, l’articolo 2 appunto, voluto dal Parlamento. Uno strumento fortemente innovativo, col conferimento all’Anac di poteri sostanziali. Chiediamo al presidente Gentiloni e al ministro Delrio che venga posto rimedio a questo blitz che qualcuno ha compiuto.”


Sul fatto eclatante la deputata pentastellata Roberta Lombradi ha scritto nel suo profilo Facebook:” “Il comma 2 è abrogato”. Molte volte i cittadini mi chiedono dove inizia la corruzione. Ecco, inizia da lì: da una semplice ed innocua frase come quella messa sopra tra virgolette. [..] Nella legge c’era un passaggio importante che permetteva all’Anac di essere vincolante, anche nelle sanzioni comminate, se ravvisava gravi illeciti. L’Anac ha la capacità di muoversi molto più velocemente della magistratura ordinaria e quindi poteva essere un forte deterrente contro la corruzione negli appalti. Un anno dopo la legge deve fare un tagliando, ovvero in gergo politico e tecnico, si vede cosa funziona e cosa no e si aggiustano le varie parti. Una mano, a questo punto furba e criminale, cambia il testo della legge e scrive: “il comma 2 è abrogato”. Con un colpo di spugna l’Anac ha perso i suoi poteri. La legge è passata per il Consiglio dei Ministri che o non ha capito nulla e quindi firma segna leggere le carte oppure è complice, e infine la legge è stata firmata dal Presidente della Repubblica. Chi ha materialmente scritto quella riga di legge è sconosciuto al momento, una cosa meravigliosa l’Italia dove non si sa neanche chi scrive o riscrive le leggi. Ma rimane la domanda: chi vuole depotenziare l’Anac? Che poi significa: chi vuole proteggere la corruzione in Italia a discapito dei cittadini onesti? Nel frattempo crollano ponti e cavalcavia. E tra le macerie quelle più evidenti sono quelle della dignità della politica.”


(foto da Riparte il futuro)

Eleonora Ranelli