Cronaca
Anac citata in Giudizio per diffamazione
La ultradecennale “saga” che vede contrapposte ANAC e la prima Centrale di committenza dei Comuni italiani - con 1.000 Enti associati - si arricchisce di un nuovo colpo di scena, con l’Autorità chiamata a difendersi in Tribunale da una querela per diffamazione.
Tutto nasce da un Comunicato ANAC di fine ottobre che, secondo la Centrale ASMEL Consortile, getterebbe ombre sulle proprie capacità professionali.
«Negli anni» - afferma Donato Carlea, Presidente della Centrale e già Presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici - «le polemiche, ancorché accese, erano limitate a opposte interpretazioni della normativa vigente. Oggi, invece, ANAC si spinge ad affermare che non siamo in grado di assumerci le responsabilità inerenti al mandato affidatoci. Intendiamo tutelare il buon nome di una Centrale sinora affermatasi basandosi solo sul livello di competenze e di professionalità espresso, tanto da essere individuata come best practice di rilievo europeo».
«Abbiamo chiesto ai nostri legali» - incalza Michele Iuliano, Ceo della Centrale - «di analizzare il comportamento dell’Autorità per verificare la presenza dei presupposti per presentare querela per diffamazione e ottenuta la conferma, intendiamo procedere per far sì che l’autorità sia chiamata a risarcirci dei danni arrecati».
«Si tratta di una battaglia di civiltà» - conclude Iuliano - «che non si limita alla tutela degli interessi della nostra Società o a quelli dei Comuni Soci. Non è ammissibile, che l’Autorità brandisca impropriamente la carta intestata dell’Anticorruzione mettendo in cattiva luce chiunque osi difendersi secondo le regole dello stato di diritto, dalle sue pronunce, in specie quando basate su insinuazioni e astratte illazioni destituite da fondamento».