Chiesa e Società
"Amoris Laetitia" Ecco i 5 dialoghi, sala conferenze MUSMI 20 novembre
#lamorealtempodellanoncredenza La diversità è la più alta forma di “uguaglianza”
Sala conferenze MUSMI - Domenica 20 novembre
CATANZARO 17 NOVEMBRE - Uno dei principi su cui si fonda uno stato moderno è il concetto di uguaglianza. Tale nozione esplica storicamente la sua funzione primaria nell’idea che ogni cittadino è uguale all’altro di fronte alla legge; nel corso del tempo, tuttavia, questa nozione è stato ampliata e forse in alcuni casi addirittura radicalizzata fino a svilire il concetto stesso di persona umana. Svilire nel senso di offuscare la bellezza della diversità. Siamo tutti uguali eppure ognuno di noi è diverso e irripetibile, e la diversità ci completa come esseri umani. [MORE]
Quando si pensa e si studia l’uomo, sincronicamente e diacronicamente, la scienza prende come modello il maschio adulto, omettendo che gli H. sapiens siano anche femmine e, soprattutto, che nel corso della loro esistenza attraversino fasi molto diverse fra loro come infanzia, giovinezza, maturità e vecchiaia. C’è da dire che di recente vi sono sempre più studiosi che iniziano a tenere conto di queste differenze e i risultati delle loro ricerche gettano luce nuova sulle nostre conoscenze dell’essere umano.
Certamente, andare a mettere in crisi il concetto di uguaglianza non è mai semplice o scontato, a volte può dimostrarsi anche rischioso, però io credo che questo sia un passo doveroso da compiere. In altre parole, sostengo che dovremmo rivedere il concetto di uguaglianza ampliandolo in modo che esso non sia uno scudo per appiattire le differenze che vi sono nelle società umane ma che sia il principio fondante della civiltà: l’uguaglianza nella differenza. Dobbiamo imparare a riconoscere l’apporto che maschio e femmina in maniera diversa ma complementare forniscono alla comunità, ma anche l’apporto che ogni individuo nel corso della sua vita e nelle condizioni (fisiche, psichiche, sociali e culturali) in cui si trova fornisce in maniera quantitativamente e non qualitativamente diversa alla società in cui vive. Credo che questa sia davvero la più alta forma di uguaglianza.
Per approfondire questo e altri aspetti della complementarietà tra maschio e femmina, di come essa debba essere vissuta anche in un’ottica cristiana vi consiglio di non perdere il ciclo di dialoghi su famiglia e società (alla luce dell’Amoris Laetitia) che si terranno al MUSMI a partire dal 20 novembre col titolo “Tu sei amore perfetto”, promosso dall’Ufficio per la Pastorale Universitaria, Educazione Cattolica, Scuola, dell’Arcidiocesi di Catanzar-Squillace L’iniziativa sponsorizzata anche dall’Uffico nazionale per l’Educazione, la scuola e l’università della CEI in collaborazione con il Movimento Apostolico,
Prof. Maria Primo
P.H.D. in Scienze Cognitive