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Amnesty International: verso un mondo senza pena di morte

STATI UNITI, 10 APRILE 2013 – Dal rapporto 2012 stilato sulla percentuale delle esecuzioni nel mondo arrivano notizie positive: viene infatti confermata la tendenza ad opporsi alla pena di morte per molti Paesi.[MORE]

I segnali di miglioramento sono evidenti secondo il documento di Amnesty International, che parla di esecuzioni in sole 21 Nazioni. Un dato importante se si considera che dieci anni fa i Paesi in questione erano 28. Si sono però verificati anche alcuni cambiamenti in negativo: la pena di morte infatti continua ad essere presente in Nazioni quali Gambia, Giappone, India e Pakistan. L’aumento più allarmante delle esecuzioni ha avuto luogo in Irak. Si tratta però di un gruppo molto circoscritto.

Le cifre aggiornate parlano di 682 esecuzioni e 1722 sentenze capitali in 58 paesi, mentre nel 2011 si erano registrate 1923 sentenze in 63 Paesi. Il dato relativo alla Cina rimane segreto, ma rimane viva la consapevolezza delle numerose persone condannate a morte in questa Nazione.

Salil Shetty, il segretario generale di Amnesty International, ha affermato che «I passi indietro che abbiamo visto in alcuni Paesi sono stati deludenti, ma non hanno invertito la tendenza mondiale contro il ricorso alla pena di morte. In molte parti del mondo le esecuzioni stanno diventando un ricordo del passato». Ha poi aggiunto che i leader che mantengono la pena di morte in vigore «dovrebbero chiedersi perché applicano ancora una pena crudele e disumana che il resto del mondo sta abbandonando».

Valentina Vitali

(Foto da londynek.net)