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NEW YORK, 29 MARZO- Cancellare le protezioni ambientali introdotte da Obama e ripartire dall'industria del carbone per ricreare migliaia di posti di lavoro nelle miniere. Questo l'obiettivo di Donald Trump, che nella giornata di ieri ha firmato un ordine esecutivo in materia di ambiente che di fatto smantella il Clean Power Plan del suo predecessore.[MORE]
L'Energy Independence Executive Order siglato dal tycoon nella sede dell'Epa, l'agenzia federale di protezione ambientale, impone una revisione delle norme per la riduzione delle emissioni inquinanti da parte delle industrie americane e rilancia la produzione nelle miniere di carbone per sostentare le centrali elettriche e gli impianti di estrazione di gas e petrolio, mirando ad un generale aumento dell'indipendenza energetica del paese. "A NEW ERA IN AMERICAN ENERGY!", ha twittato Trump.
Tre anni fa, con il suo piano ambientale, Obama aveva chiesto alle centrali energetiche una riduzione del 32% delle emissioni di Co2 rispetto ai livelli del 2005 entro il 2030. Tali direttive risultavano necessarie per ottemperare all'accordo Onu di Parigi in materia di clima, adottato dal 195 paesi nel dicembre del 2015. Il nuovo presidente non ha ancora preso una decisione circa il suo abbandono, che pure ha minacciato in campagna elettorale.
Con il nuovo decreto Trump elimina inoltre il bando sulle concessioni federali per il carbone e neutralizza una norma che impone agli enti federali di tenere in considerazione l'impatto sul clima delle loro decisioni e di calcolare il "costo sociale" delle emissioni.
Dopo la sconfitta politica in materia di riforma sanitaria, Trump cerca di rilanciarsi puntando su altre promesse-chiave della sua campagna elettorale quali il taglio al bilancio per il settore ambiente ed il ritorno ad un utilizzo massiccio dei combustibili fossili. Alcuni esperti, tuttavia, ridimensionano la portata della deregulation ambientale, che non sarà probabilmente in grado di rilanciare comparti economicamente in declino come quello del carbone.
foto: ilfattoquotidiano.it
Marta Pietrosanti