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Ambiente, stop ai cotton fioc in plastica. L’Italia è il primo paese a vietarne la produzione
ROMA, 04 GENNAIO 2018 – Fra il 135º e il 155º meridiano Ovest e fra il 35º e il 42º parallelo Nord esiste un’isola di nuova generazione e di nuova composizione. Si tratta del Pacific Trash Vortex, noto come il grande agglomerato di immondizia e plastica che fluttua nella parte settentrionale dell’Oceano Pacifico. L’accumulo si è formato a partire dagli anni Ottanta e la sua costituzione è stata favorita da una corrente oceanica dotata di un forte movimento a spirale che ha portato una quantità di oggetti in plastica a generare quello che dal 2013 è stato riconosciuto dall’Unesco e sotto richiesta dell’artista italiana Maria Cristina Finucci come un nuovo stato, il Garbage Patch State.
In questo contesto la notizia che dal primo gennaio l’Italia istituisce il divieto di produrre e vendere cotton fioc non biodegradabili e compostabili rappresenta un faro nella notte per il futuro del pianeta. In particolare, l'Italia è il primo paese nell'Unione europea a bandirli: la decisione era stata presa dal governo Gentiloni alla fine del 2017, con la sua ultima manovra e anticipa di ben due anni il provvedimento adottato dagli altri stati membri dell’Unione europea. I produttori dovranno anche indicare sulle confezioni le regole per un corretto smaltimento, soprattutto il divieto di gettarli nel wc. L’Italia era stata già nel 2011 in prima linea nella lotta all’inquinamento da plastica, quando ha bandito i sacchetti per la spesa non biodegradabili e nel 2018 i sacchetti per l'ortofrutta.
Nel dettaglio, è bene fare presente che i bastoncini di plastica dei cotton fioc rappresentano il 9% dei rifiuti ritrovati sulle spiagge italiane, una media di 60 per ogni spiaggia. Lo dice Legambiente, che ogni estate organizza campagne di monitoraggio e pulizia da cui, tuttavia, rimangono fuori le stime degli animali marini che perdono la vita per aver ingerito questi oggetti di plastica. Sempre richiamando l’ultima legge di bilancio del governo di Paolo Gentiloni è prevista la messa al bando dal 1° gennaio 2020 delle microplastiche nei prodotti cosmetici da risciacquo ad azione esfoliante o detergente. Si tratta di minuscoli granelli di plastica che finiscono nei fiumi e nei mari, vengono mangiati dai pesci e attraverso la catena alimentare finiscono sulle nostre tavole, secondo quanto spiega l’ANSA.
Dall’Unione europea arriva un'importante presa di coscienza: infatti, lo scorso 19 dicembre i paesi membri hanno deciso che dal 2021 saranno vietati una serie di oggetti in plastica usa e getta non biodegradabili: posate e piatti, cannucce, contenitori per alimenti e tazze in polistirolo espanso – per esempio, le scatole degli hamburger del fast food -, bastoncini di cotone per i prodotti dell'igiene tipo cotton fioc, bastoncini per palloncini e prodotti in plastica oxo-degradabile – come le buste di plastica che si frammentano se esposte all'aria.
Il governo Conte vuole mantenere l'Italia all'avanguardia in Europa sulle plastiche. Il ministro dell'Ambiente Sergio Costa (M5S) ha già depositato in Consiglio dei ministri il disegno di legge "Salvamare", che a gennaio dovrebbe arrivare in Parlamento ed essere discussa. La legge prevede l'anticipo di un anno, al 2020, del bando europeo della plastica monouso. Altra previsione importante è l'autorizzazione ai pescatori a portare nei porti la plastica raccolta con le reti, invece di ributtarla in mare.
photo credit Terra Nuova