Estero
Amazzonia, primi passi contro la violenza sulle bambine
SAO GABRIEL DA CACHOEIRA (BRASILE), 6 NOVEMBRE 2012- E’ grazie all’aiuto di una suora missionaria originaria di Marostica, Vicenza, che dodici famiglie brasiliane hanno trovato il coraggio di denunciare lo stupro delle loro figlie. Le bambine, tutte tra i 10 e i 12 anni, venivano comprate con pacchetti di caramelle o regali di poco valore. Sarebbero nove gli uomini accusati al momento, tutti bianchi, adulti e ricchi, i quali abusavano delle ragazzine forti del fatto che raramente casi di questo genere vengono denunciati e, anche quando ciò avviene, la polizia locale tende ad archiviare le denunce.[MORE]
La notizia è stata data dal quotidiano La Folha de Sao Paulo. Secondo il giornale brasiliano, al momento sarebbero stati inchiodati un imprenditore, un ex politico, due militari, un artigiano e alcuni commercianti. Le ragazzine invece, tutte indigene, sono originarie dell’estrema periferia di Sao Gabriel da Cachoeira, una città dello stato di Amazonas di circa 36mila abitanti, che si trova nella parte nord ovest del Brasile, molto vicina al confine con la Colombia. Una realtà complicata quella che si vive quotidianamente in queste zone. Probabilmente è questo il motivo che ha spinto suor Giustina Zanato a trasferirsi in quest’angolo del Paese e dare vita al progetto “Menina Feliz” con lo scopo di aiutare le bambine violentate o abbandonate. Un progetto importante per queste ragazzine, che imparano così un mestiere, seguendo corsi di cucito, di artigianato ed anche di informatica. Sa che non è una situazione semplice quella in cui si trova la missionaria salesiana. A seguito delle denunce infatti molte famiglie sono state costrette a fuggire dalla città, quando non addirittura dal Paese. «Abbiamo presentato numerose denunce, ma non abbiamo visto risultati. E’ molto triste pensare che chi dovrebbe far rispettare la legge non lo fa». Sono parole di sconforto quelle di suor Giustina, che ogni giorno vede il perpetuarsi di situazioni illegali, ma che non la scoraggiano ad abbandonare il suo progetto.
Federica Sterza
Foto www.media.ilgiornaledivicenza.it