Estero

Amanda Todd: suicida a 15 anni per bullismo virtuale, le sue grida d'aiuto rimaste inascoltate

VANCOUVER, 14 OTTOBRE 2012 – Si chiamava Amanda Todd e aveva quindici anni, la teenager suicidatasi in Canada quattro giorni fa e il cui video, girato pochi giorni prima del suo gesto disperato, sta facendo il giro del web e commuovendo il mondo.

Era una richiesta di soccorso muta e disperata, un appello inciso su carta e postato sul web nel vano tentativo di creare uno squarcio nelle pareti della sua prigione di solitudine, un grido d’aiuto rimasto senza risposta.[MORE]

La storia di Amanda è iniziata come un semplice gioco e si è trasformata presto in un incubo: a tredici anni gira un video con le amiche e lo posta sul web, un ragazzo più grande lo vede, la riempie di complimenti, iniziano a chattare e la convince ad inviargli una sua foto a seno nudo. Più passa il tempo, più le sue richieste si fanno spinte e si trasformano in ricatti: il ragazzo ha la lista dei suoi amici, dei suoi parenti, il suo indirizzo e il nome della sua famiglia. Amanda è terrorizzata e decide di troncare i rapporti ma, una mattina, la polizia bussa alla sua porta poco dopo le quattro perché le sue foto nude sono state inviate a tutti.

La famiglia, imbarazzata, porta via la figlia e le fa cambiare scuola e città. Un anno dopo il cyberbullo la ritrova, crea una pagina su facebook e mette la foto del suo seno nudo come immagine del profilo. Amanda è di nuovo sola, di nuova spaventata e cambia scuola per l’ennesima volta.

Terrorizzata e spaesata, non riesce a legare con i nuovi compagni di classe. Fa amicizia con un ragazzo fidanzato che inizia a farle la corte, ma la ragazza di lui la aspetta fuori scuola e le fa una scenata di fronte a tutti gli studenti. Tutti pensano male, nessuno vuole avere a che fare con lei, non ha amici con cui parlare, è sempre più sola ed isolata. Cambia di nuovo scuola e città, ma la ragazza del suo amico la perseguita e posta ovunque i video dell’aggressione fuori scuola, raccontando anche del primo tentativo di suicidio effettuato da Amanda quel giorno.

Le persone la insultano e le consigliano di suicidarsi davvero, il suo stato mentale peggiora sempre di più. Dall’inizio del suo calvario, Amanda ha cominciata a tagliarsi, ad avere attacchi di ansia, ad assumere alcool e droghe di ogni genere per cercare di spegnere il cervello ed evitare di pensare.

Dopo il primo tentativo di suicidio sventato in ospedale in extremis, la ragazza si è tolta la vita quattro giorni fa, dopo aver disperatamente cercato di far capire al mondo quanto era sola. Le sue immagini e la sua storia stanno facendo adesso il giro del cyberspazio, diffuse dalla madre, dai parenti e dai vecchi “amici”. Tutti adesso sono interessati ad ascoltare ciò che questa ragazza ormai ammutolita per sempre aveva da dire.

Ma Amanda non c’è più e cercare di capire adesso il suo dolore non la riporterà indietro, le mani che si apprestano ad accarezzare il suo fantasma non saranno mai in grado di cambiare la piega mortale presa dalla sua storia. Sarebbe bastato che una, una sola di quelle mani, si tendesse per aiutarla quando lei chiedeva disperatamente aiuto, invece di puntarle contro un dito minaccioso per giudicarla senza ascoltare; sarebbe bastato semplicemente questo per riuscire a salvarla...

(foto www.adnkronos.com)
(video www.youtube.com)

Elisa Lepone