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Amador fa sognare il Costarica. Hesjedal torna in rosa
VALTOURNENCHE (AO), 19 Maggio 2012 - Terzo sabato di gara e il Giro d’Italia affronta le prime vere salite impegnative: Col de Joux (22 chilometri al 6% di media, con una discesa impegnativa) e arrivo in quota ai 2000 metri del Cervinia (27 chilometri, salita più lunga della corsa).
I protagonisti di giornata sono stati tre fuggitivi della prima ora, usciti dal plotone al chilometro 58, che si sono giocati la tappa in volata. A spuntarla è stato il costaricense Amador (Movistar) che ha superato nell’ordine il ceco Barta (NetApp) e il pistard friulano De Marchi (Androni Giocattoli Venezuela, che oggi cercava di farsi un regalo per il suo ventiseiesimo compleanno).[MORE] È la prima vittoria in una grande corsa a tappe per il paese caraibico e, con i punti presi oggi nel ranking UCI, il ragazzo avrà l’onore di correre alle Olimpiadi di Londra.
Sul traguardo dove nel 1997 Ivan Gotti scattò e riuscì a portare a casa la vittoria finale, gli uomini di classifica si sono controllati per lunghi tratti e hanno messo in scena ancora una volta l’ennesimo attendismo che si è visto in queste due settimane. Solo negli ultimi cinque chilometri la corsa si è infiammata un poco: gli uomini della Liquigas hanno tirato a lungo in appoggio al capitano Ivan Basso, ma all’improvviso Damiano Caruso (che ha dovuto cedere la maglia bianca a Uran) e Szmyd hanno ceduto il passo e hanno lasciato il varesino tutto solo.
Il vincitore delle edizioni 2006 e 2010 ha cercato di scandire ancora il ritmo, ma a quel punto Ryder Hesjedal (Garmin) ha tentato uno scatto. Con due pedalate di buona lena ha creato un buco interessante; la maglia rosa Rodriguez ha cercato di andargli dietro ma si è subito accorto che non ne aveva abbastanza. Il canadese può così rivestire il simbolo del primato, che aveva indossato prima della frazione conclusasi ad Assisi con 9’’ di vantaggio proprio sullo spagnolo.
Nelle ultime pedalate Kreuziger (Astana) ha risentito della volata inspiegabile del compagno di squadra Tiralongo ed è rimasto attardato di 6’’ rispetto agli altri favoriti per la vittoria finale Basso, Scarponi (Lampre) e Pozzovivo (Colnago).
Se il responso del cronometro ha deluso, sono comunque arrivate delle buone indicazioni: la migliore condizione la ha il marchigiano, il varesino ha la miglior squadra, il ceco può contare su un partner di alto livello, Pozzovivo è solo e per sperare in qualcosa deve sudarsela fino alla fine.
Sul Col de Joux ci aveva provato Damiano Cunego, delusione nei giorni precedenti, nel tentativo di rientrare sullo scatto di Rujano, poi finito in un nulla di fatto e si è addirittura scattato nell’ascesa conclusiva. Se il veronese crede ancora di poter far bene nella generale deve svegliarsi e inserirsi in un attacco da lontano, visto che ha dimostrato di non poter reggere il passo dei migliori.
Domani giornata fondamentale: 169 chilometri interamente in Lombardia tra Busto Arsizio e Lecco, con ben quattro gran premi della montagna di alta difficoltà. Un percorso interamente vallonato nella seconda parte che inizierà con il temibile Valico della Valcava (12 chilometri all’8% di media, con frequenti punte al 17% che lo fanno avvicinare per molti aspetti al mitico Mortirolo) spesso protagonista al Giro di Lombardia, per poi affrontare Forcella di Burra e Culmine di San Pietro. L’arrivo previsto al Pian dei Resinelli dove si potrà fare differenze: un’occasione da non buttare via per gli uomini di classifica, prima del meritato giorno di riposo di lunedì.
Stefano Villa
(nella foto la volata vincente di Amador)