Cultura e Spettacolo

Aluna Pacis e lo scampato femminicidio: "Tu non mi uccidi più"

Oggi la rubrica si arricchisce di una collaborazione esterna. Riceviamo e pubblichiamo la recensione di Milena su Tu non mi uccidi più di Aluna Pacis.

Già dalle prime righe s’intuisce chiaramente che si tratta una storia estrema, rischiosa, paradossale, dalle premesse surreali destinate a prendere pieghe del tutto inimmaginabili. Ciò che in principio colpisce il lettore è la differenza d’età che scorre tra i due personaggi, Aluna e Giulio, i quali vengono immediatamente risucchiati in un vortice passionale molto pericoloso ma altrettanto seducente. E sarà quest’alchimia del piacere, il collante che sosterrà, sin dagli esordi, un’imprevista avventura estiva che assumerà le sembianze di una relazione sentimentale razionalmente impensabile, inaccettabile.[MORE]

Eppure, una serie di coincidenze unite alla forte attrazione sessuale daranno vita a una trama assurda, in cui i due amanti si ritroveranno a fare i conti con una folle convivenza che gradualmente si rivelerà distruttiva. La personalità del giovane si manifesterà presto ambigua, poiché egli non accetta di fatti il coinvolgimento sentimentale, tanto da indurlo a rifiutare l’invincibile trasporto. Questo gioco del “respingere e volere”, dell’accettare e rifiutare la realtà, ingenera una sfida psicologica fatta di reciproche provocazioni, ripicche, scontri e insensate rappacificazioni: da una parte la caparbietà della donna che lo costringerà a confessare l’inaccettabile, dall’altra la violenza dell’uomo che esploderà ogni qual volta dovrà fare i conti con l’evidenza.

Il gioco amoroso raggiunge estremi picchi emotivi e viaggia costantemente sul filo dell’odio/amore, fino a precipitare al punto da rendere Aluna - la quale non si lasciava sopraffare facilmente, ma è responsabile anch’essa di certe reazioni, del tutto instabile e sottomessa alle prepotenze di Giulio, vittima a sua volta dell’occulta forza che impedisce alla coppia di separarsi. Tuttavia, tutti i giochi durano poco. E questo non è un gioco innocuo: la protagonista aprirà finalmente gli occhi e riuscirà a recidere il malefico incantesimo per salvare la sua vita, devastata sia materialmente che spiritualmente.

E’ dunque questo il messaggio dell’autrice a tutte le donne maltrattate, annientate, spersonalizzate e vittime, più o meno corresponsabili, di terrorismo psicologico e fisico. Donne che pensano di non avere più speranze, sopraffatte e intimorite. O che s’illudono di poter combattere, correggere il compagno, ex marito o ex amante, fino ad essere uccise. C’è sempre una via d’uscita: "Tu non mi uccidi più!" 

Milena Zaffino