Alta tensione in Medio Oriente: morti e feriti sulle alture del Golan
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Giornata di fuoco in Medi Oriente nel giorno del quarantaquattresimo anniversario della Naksa, la sconfitta delle truppe arabe durante la guerra dei Sei Giorni. Continua a salire il bilancio, non ancora definitivo, aggiornato di minuto in minuto delle sparatorie al confine tra Israele e Siria: undici morti (forse quattordici) e centoventi feriti, secondo le televisioni siriane, ancora nessun decesso confermato, dice Al Jazera. [MORE]
Gli scontri più gravi sulle alture del Golan, territorio strappato a Damasco proprio in occasione della guerra dei Sei Giorni, dove le truppe israeliane, che da stamattina presidiano i loro confini, hanno aperto il fuoco su un gruppo di manifestanti filo palestinesi che tentavano di oltrepassare la barriera stabilita nel 1976. "Chiunque cercherà di attraversare il confine sarà ucciso", avvertono i soldati con i megafoni, parlando in lingua araba. Dal sito Ansa si apprende che in mattinata anche l’esercito siriano avrebbe provato a fermare dimostranti diretti verso le alture, ma in molti sarebbero riusciti ad aggirare il posto di blocco.
Attivisti in Israele, Cisgiordania, Striscia di Gaza e Paesi arabi confinanti hanno chiesto ai manifestanti di fare pressione sui check-point israeliani ai confini, come avvenne il mese scorso in occasione dell’anniversario della fondazione dello stato di Israele, quando quindici persone trovarono la morte negli scontri.
Per ora non si segnalano incidenti al confine con il Libano, mentre la situazione sarebbe più critica in Cisgiordania, in particolare presso il valico di Kalandya, fra Ramallah e Gerusalemme. Manifestazioni nella striscia di Gaza, cortei di protesta a Hebron e presso la colonia ebraica di Elon Moreh.
E non si fermano gli scontri in Siria dove, dopo i tre morti di ieri, si sarebbero registrate ancora 25 vittime, diciannove civili e sei agenti della sicurezza, nel quadro delle operazioni di sicurezza contro le proteste anti-regime.
Simona Peluso